“Inglesità con accento italiano”. Con questi termini Sabato De Sarno aveva anticipato la sua prima collezione Gucci Cruise 2025 alla Tate Gallery di Londra. È andata così: una passerella con sentore di primavera britannica alla scoperta di delicati pastelli.ù

Con Kate Moss e figliola Lila, Dua Lipa e Demi Moore in prima fila, la Turbine Hall del museo sulle rive del Tamigi è apparsa come un enorme terrarium. Un sentiero a serpentone, zeppo di verde, ha accompagnato la passerella: i parchi di Londra sono entranti nella Tate.
Le linee Cruise e Resort raramente rappresentano momenti centrali per i grandi marchi – di solito riservati agli show stagionali della Primavera/Estate e dell’Autunno/Inverno – ma la sfilata Cruise 2025 di Gucci è carica di significato. La location scelta, infatti, è stata pensata come un ritorno alle origini. Per il creative designer, Londra è da sempre grande fonte di ispirazione; per il fondatore della maison fiorentina, Guccio Gucci, la città plasmò il suo spirito imprenditoriale. Dopo averci vissuto alcuni anni ritornò in Italia per avviare la casa di moda, nel 1921.
Ecco l’omaggio di Gucci alla capitale inglese, allora: cappottini gabardine per la pioggia e le chunky loafers con calzini a coste sono apparsi come un vero e proprio manifesto. Lunghi trench a campana dalla stampa floreale su vestiti longuette ton-sur-ton, un richiamo allo charme cottage. Ha sfilato anche la camicia con fiocco, il modello amatissimo da Diana, Principessa del Galles. Mix di epoche ma con accostamenti perfettamente sincronizzati al mood contemporaneo.

In pratica, Gucci Cruise 2025 è stato uno show dai forti contrasti: vedi le canottiere traslucide e le minigonne accostate alle felpe con cappuccio o ai bomber con collo a imbuto. Ma anche gli abbinamenti degli immancabili hot pants, leitmotiv di De Sarno: mescolati a camicette leggere dal brio estivo, di contro, con giacche a doppio petto e top sportivi. Civettuoli quanto basta.

Statement della serata sono state le giacche, a triangolo in pelle color Gucci Ancora, ma anche nel colore tenue del cipria per quelle incrostate di pietre e paillettes. In stile ‘punk pastello’ di fine anni Ottanta, i giacconi abbottonati ai fianchi sulle gonne longuette, tutto in rosa. La versione in renna color cammello ci ha ricordato del vecchio must di mezza stagione.

Fanno venire voglia di un’uscita casual ma non troppo, nei weekend di primavera, le camicie bianche a tunica sui jeans impreziositi da fili in lurex e ballerine ai piedi.

In ultima analisi, la visione di De Sarno ha suggerito un certo normcore. Abiti di classe ma sfiziosi, casual e raffinati insieme, infine sartoriali. In chiusura di “GUCCI LUNDRA”, i lunghi abiti con gonna larga in seta plissé, in pallide nuance romantiche, sono apparsi come una carezza.
