La grande novità della settimana, nel mondo della moda, è il ritorno di Zac Posen. Il designer di New York è il nuovo designer di Gap, un’unione inaspettata che si prospetta come una sfida avvincente con due grandi premesse: talento creativo e capacità di gestione.
Fausto Puglisi di Roberto Cavalli, a disposizione degli stilisti emergenti in collaborazione con il Las Vegas Fashion Council, in occasione del Super Bowl di domenica. Chanel vince una causa per violazione del marchio, mentre Donna Karan prova a rinascere con le icone del passato. Il Metropolitan Museum of Art proroga la mostra “Women Dressing Women” celebrando la Giornata internazionale della donna.
Come ogni settimana, ecco le nostre fashion review.
Zac e Gap, la coppia impensata. Il 5 febbraio, poco prima della settimana della moda di New York, Gap ha annunciato la nomina di Zac Posen come nuovo vicepresidente esecutivo e direttore creativo. Lo stilista americano, nato a New York nel 1980, sarà il primo a supervisionare il design dei quattro marchi di Gap Inc: Gap, Banana Republic, Athleta e Old Navy.
L’annuncio di una simbiosi che sa di grande sfida quella che ora unisce Gap, il gruppo statunitense fondato nel 1969 famoso per il suo denim e lo stile relaxed, e Zac Posen, stilista che vide il suo culmine nei primi due decenni degli anni Duemila. Ora, invece, per entrambi si prospetta proprio l’opposto, il rilancio.
“Gap e i suoi marchi hanno plasmato la moda e la cultura pop americana per decenni e c’è così tanto potenziale in Old Navy”, ha dichiarato Posen, che si trasferirà a San Francisco per ricoprire il ruolo. “Sono ansioso di unirmi a Gap, ora che prende il via il rilancio globale del brand […]”.
I percorsi di Gap e di Zac Posen sono accomunati da un grande successo, per quanto in periodi diversi, seguiti da grandi cali, nel caso di Posen addirittura la fine. Posen – che ha un talento fuori dal comune per la matematica, tra le altre cose – è cresciuto creativamente fra New York e Londra, dove divenne noto negli anni degli studi presso la scuola di moda della città, la Central Saint Martins. A 21 anni era corteggiato dai big dell’industria da Yves Carcelle, all’epoca Presidente di LVMH, a Domenico De Sole, Ceo di Gucci Group. Iniziarono anni di crescita e riconoscimenti per Posen, con l’agenda zeppa di celebrities e creazioni couture, fino a diventare uno dei designer preferiti della First Lady di quegli anni, Michelle Obama. Nel 2018 fu nominato direttore creativo di Brooks Brothers, altro marchio emblema dell’identità wasp americana (che nel 2020 ha dichiarato bancarotta), e arruolato per disegnare le divise di Delta Airlines. Nel 2019 Zac Posen annuncia la fine del marchio. Gli ordini della sua ultima collezione, quella per la SS 2020, non vengono mai spediti.
Ora nella sua vita è arrivato Richard Dickson, Ceo di Gap nominato lo scorso agosto per ridare vita al marchio in difficoltà. Dickson viene da Mattel e nel suo curriculum brilla lo straordinario successo del rilancio di Barbie. E forse la strada è quella giusta: dopo anni di importanti e costanti cali, i dati Gap del primo trimestre dopo l’arrivo di Dickinson hanno superato le aspettative. Good luck, Zac!
Chi la fa l’aspetti. Chanel vince la causa contro What Comes Around Goes Around (WGACA), rivenditore di seconda mano di lusso. La boutique si trova a Soho ed è uno dei negozi tra i più importanti al mondo nel settore del vintage di lusso.
La causa di Chanel è stata intentata nel 2018, con l’accusa di violazione del marchio, concorrenza sleale, pubblicità ingannevole e vendita di prodotti contraffatti. In particolare, Chanel ha sostenuto che nessun’altra azienda è in grado di garantire l’autenticità dei propri prodotti e ha presentato prove di 51 borse vendute da WGACA che presentavano i numeri di serie manomessi, dopo un furto dalla fabbrica di Chanel nel 2012. La Casa di Parigi ha anche affermato che oltre 750 articoli venduti dal negozio erano oggetti da showroom, non destinati o autorizzati ad essere venduti.
Altre questioni riguardavano l’uso da parte di WGACA di codici sconto come “COCO10” e l’uso di citazioni di Coco Chanel sulle loro pagine di social media, che secondo il brand francese ha generato la falsa percezione di un’affiliazione ufficiale tra le società. Il team legale di Chanel ha presentato le prove di un’indagine ad oltre 200 consumatori e in particolare si è concentrato sul fatto che il 23% degli intervistati pensava che WGACA producesse borse, prova della generata confusione.
Alla fine, la giuria ha dato ragione a Chanel su tutti i capi d’accusa (incluso il fatto che la WGACA aveva venduto prodotti contraffatti del marchio) con conseguente richiesta di 4 milioni di dollari. Ulteriori danni devono ancora essere valutati e la Corte ascolterà presto le mozioni post-verdetto.
Italiano a Las Vegas. Lo stilista Roberto Cavalli ha tenuto un evento in collaborazione con il Las Vegas Fashion Council (LVFC) a sostegno dei designer emergenti, anticipando il Super Bowl di domenica 11 febbraio.
La Casa di moda ha donato il 10% di tutte le vendite effettuate nella propria boutique all’interno del Wynn Hotel di Las Vegas, durante la serata.
In linea con la missione di LVFC di incoraggiare creatività e innovazione a sostegno di designer emergenti, il direttore creativo di Roberto Cavalli, Fausto Puglisi, ha sottolineato il suo impegno nell’offrire la sovvenzione per la crescita dei talenti. “Il mio percorso è stato profondamente influenzato dall’energia degli Stati Uniti, che è sempre stata fonte di ispirazione per i miei progetti”, ha commentato il designer in una dichiarazione.
DKNY: questione di icone. Otto top model iconiche protagoniste della campagna per il rilancio di Donna Karan New York.
Dopo alcune notizie trapelate a gennaio, la nuova campagna di rilancio di Donna Karan New York vede impegnate otto top modelle iconiche: Linda Evangelista, Cindy Crawford, Karlie Kloss, Shalom Harlow, Amber Valletta, Carolyn Murphy, Imaan Hammam e Liya Kebede. Il nuovo Ad, immagine scattata dalla fotografa Annie Leibovitz per la campagna Spring 2024, si chiama “In Women, We Trust” ed espone un messaggio preciso: dare potere alle donne attraverso la moda.
Donna Karan “introdusse lo stile power dressing negli anni Ottanta, tendenza che celebrava le donne e i loro corpi. Quello era il suo punto forte, e lo è ancora”, ha detto Crawford in una nota.
Fondato nel 1984 dalla designer di origini belghe trapiantata a New York, il marchio ha debuttato nell’autunno del 1985, introducendo al mondo ad un futuristico e geniale concetto di guardaroba femminile: la collezione “Seven Easy Pieces”, basata sull’idea che le donne potessero creare un intero armadio disponendo di soli sette pezzi.

Ritorno alle origini. Gucci presenterà la collezione Cruise 2025, disegnata dal direttore creativo Sabato De Sarno, a Londra, il 13 maggio. Lo annuncia una nota della maison dove si precisa che la scelta del luogo rende omaggio al profondo legame di Gucci con la capitale britannica, legata all’heritage del brand. La storia di Gucci si può dire che inizi proprio a Londra nel 1897, quando il giovane Guccio Gucci trovò lavoro come facchino e lift boy presso l’esclusivo Savoy Hotel della città. Guccio lì ebbe modo di conoscere da vicino i gusti e lo stile di vita dell’élite internazionale, esperienza che gli segnò la strada. Tornato a Firenze, nel 1921 fondò l’omonima pelletteria, a cui seguì l’apertura del negozio Gucci in Via della Vigna Nuova. Si riparte da Londra!

È ancora “Women Dressing Women”. Il Metropolitan Museum of Art ha prorogato di una settimana la mostra dell’autunno 2023 del Costume Institute, “Women Dressing Women”, fino al 10 marzo 2024, in concomitanza con la Giornata internazionale della donna l’8 marzo e il lancio delle celebrazioni del Women’s History Month al Museo. Una serie di programmi educativi accompagnerà le ultime settimane della exhibit, tra cui una discussione il 1° marzo intitolata Empowerment Through Practice in Fashion. “Women Dressing Women” traccia la dinastia di donne designer dall’inizio del 20° secolo ad oggi. In esposizione più di 80 oggetti della collezione permanente del Costume Institute che documentano il lavoro di oltre 70 stiliste, celebrando pioniere e case di moda da loro guidate.
