Percorre la città in concomitanza alla settimana della moda tradizionale: è la Digital Fashion Week, una tre giorni che da giovedì 8 a domenica 11 febbraio, al Fashion Institute of Technology (FIT) di New York, accende una lente su quanto rappresenta il nuovo del settore. Un evento che cancella i confini tra il regno fisico – passarella e pubblico – e quello digitale – WEB 3.0 – dando vita a nuove forme di espressione personale e di creatività.
Dalla vita reale all’URL
Tre giorni, l’occasione per un simposio che include conferenze, discussioni, workshop e mostre immersive che esploreranno visione, valore ed etica di un settore in rapida evoluzione e che, si presume, rappresenta già il futuro.
Il Phygital Fashion è un’esperienza a più livelli, in cui si integrano perfettamente risorse, eventi e oggetti IRL e URL per creare la versione personalizzata di noi stessi. Mentre le modelle sfilano in passerella, il pubblico può personalizzare l’evento sovrapponendo occhiali da sole, gioielli o nuovi trend. Tutto in digitale. Il pubblico diventa un creativo prezioso nel processo di design-to-market.
Sebbene la moda digitale sia parte integrante dei settori dei giochi e dei social media, ha una forte rilevanza per l’industria della moda tradizionale. Si può affermare che per il consumatore sia stata la pandemia a dare impulso alla transizione verso l’online. La moda si è affidata alle tecnologie computerizzate nel tentativo di avvicinare chi compra all’esperienza in-store. Un esempio è l’avatar, un dispositivo che simula il corpo, dalla prova vestito alla scelta della taglia, dal color match al fit personalizzato.
E mentre accade che il mondo si sposti sempre più verso questa direzione, entrano in ballo altri concetti e sviluppi, come per esempio gli NFT e il metaverso. Emergono marchi e piattaforme di moda Web3 che sfruttano la tecnologia moderna per creare capi personalizzati. Grazie a queste piattaforme, infatti, i clienti acquistano un capo digitale e lo “indossano” virtalmente. In che modo? Inviando la propria foto al brand di moda, così che quest’ultimo possa realizzare o modificare il capo adattandolo perfettamente alla taglia e alla forma di chi deve indossarlo.
Per chi vende, invece, il risultato è positivo. Visto che la prova virtuale è divertente, esiste un 60 per cento in più di possibilità che avvenga l’acquisto e una percentuale di ritorno inferiore del 75 per cento – numeri molto rilevanti per i brand.
Pare ci siano grandi vantaggi, soprattutto sulla sostenibilità. Il digital fashion consuma una frazione ridotta di energia nella produzione e zero rifiuti in discarica durante il processo di progettazione.
Inoltre, la moda ha fatto scoprire il beneficio di poter affrontare questioni comunemente associate con la situazione attuale del settore, come la sostenibilità, la produzione e i suoi costi, la catena di stoccaggio, l’inclusività, l’accessibilità e le barriere fisiche del mondo reale. Quella digitale è più inclusiva e molti capi sono classificati come genderless e sizeless. Questi sono i motivi principali per cui molti designer, soprattutto tra i giovanissimi, decidono di guardare al mondo della tecnologia computerizzata per esprimersi.
Da non confondere con l’Intelligenza Artificiale. Creatività e sarti sono al sicuro.