Alain Vircondelet è scrittore colto e conosciuto, non solo in Francia, in particolare per biografie di autori
importanti come Marguerite Duras e Albert Camus, tradotte in più lingue. Ad Antoine de Saint Exupéry ha
dedicato numerosi libri, mostrando attaccamento al personaggio. Algerino di nascita, si è laureato a
Sorbonne Université in Lettere, ed è stato insignito del titolo di Cavaliere delle arti e delle lettere.
Un’estate a Long Island, uscito lo scorso anno in Francia e ora in Italia per i tipi di Gremese, per la traduzione di Fiammetta Paolantonio, racconta il biennio americano del più celebrato pilota scrittore di Francia, scavando nella sua vita intima e nei suoi tormenti letterari, attraverso uno stile che in alcuni passaggi richiama lo Scott
Fitzgerald di Il grande Gatsby, non foss’altro per aver messo al centro la complessa storia d’amore
tra Saint Exupéry e la moglie, la salvadoregna Consuelo Suncìn Sandoval, che, richiamata nell’estate 1942
dalla paura del marito donnaiolo di perderla definitivamente, era accorsa innamoratissima nella
Bevin House di Asharoken..
Come altri esuli francesi che avevano lasciato il loro paese sotto occupazione nazista, nel 1942 Saint Exupéry è in nord America, tra Québec e stato di New York. I rapporti con la comunità dei fuorusciti tra i quali André Breton (finito alla corte di Peggy Guggenheim), Marcel Duchamp, il filosofo svizzero Denis de Rougemont, non sono sempre rosei. In tanti vorrebbero che salisse nuovamente su un aereo per combattere il nazismo.
Probabilmente ignorano che quando nel settembre 1939 il capitano di complemento Saint Exupéry si era presentato all’Armée de l’air, gli era stato risposto che al più, alla sua età e con i suoi acciacchi, potevano infilarlo in una squadriglia di ricognitori, non nella caccia alla quale aspirava. E probabilmente vogliono ignorare che a New York era arrivato dopo un incidente piuttosto serio, e che non se ne stava in panciolle, visto che – utilizzando la popolarità di scrittore e aviatore – si stava adoperando per un intervento statunitense e canadese a sostegno delle democrazie europee, nonostante talune sue conosciute ambiguità verso il regime del maresciallo Pétain.
In effetti, stufo di stare lontano dall’Europa, già nel marzo 1943 lo scrittore tornerà a volare sui
ricognitori, per la Francia di de Gaulle. Poco più di un anno di servizio e il 31 luglio 1944 è dato per
disperso sul velivolo con il quale è decollato dalla Corsica. Il suo corpo non sarà mai trovato, e sulla
carcassa aerea ripescata in Mediterraneo e collegata a lui, si addensano tuttora dubbi e interrogativi.

storica Payne Whitney Mansion di New York
Nel racconto di Vircondelet, Consuelo, che lo sta aspettando a Lake George, fuori dal caldo umido di Manhattan e lontana dagli intensi ricordi di Long Island, apprende la notizia, sempre temuta, dai giornali. Gli stava scrivendo ogni domenica, come avevano concordato, nell’illusione che, finita la guerra, avrebbero riletto insieme quelle “lettere della domenica”. Vircondelet non nasconde che anche lei non si era fatta mancare corteggiatori, anche per contraccambiare con la stessa moneta gli
innumerevoli tradimenti di Saint Exupéry, ma era rimasta profondamente innamorata, e implorava
ogni giorno il cielo di riportargli il suo Antoine.
Quell’estate 1942 avevano ritrovato la loro comunità di affetti e arte, e lei gli era stata accanto mentre, verso la fine dell’anno, lo scrittore si era tuffato nei due mesi di scrittura e illustrazione dello “strano libro” per bambini che i suoi editori americani gli avevano sollecitato e che sarebbe uscito nel 1943 dall’editore Reynal & Hitchcock, in inglese con il titolo di Le Petit Prince, destinato a diventare il libro più tradotto al mondo, fatta
eccezione per i grandi testi delle religioni universali.
Quando sospendeva l’intenso lavoro, passeggiavano lungo le spiagge lunghe e dorate di Long Island, con il cane Annibal a fianco, e lei si godeva il ritorno del marito all’amour passion per la sua “rosa”.
Il 27 giugno, per il suo compleanno – ricorda Vircondelet – gli aveva scritto: “Siete in me come la
vegetazione è sulla terra. Vi amo, mio tesoro, mio mondo. Se non vi vedrò più su questo pianeta,
sappiate che mi troverete accanto al Buon Dio, in vostra attesa per sempre!”. A quell’uomo,
nevrotico e vittima di “sequenze ciclotimiche a ripetizione”, aveva dedicato un’ultima estate,
contribuendo con la vicinanza, complice la pace di Long Island, a far scaturire il capolavoro che
diede ragione al loro rapporto.
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