I valori stanno cedendo: ne togli giusto un paio che stanno alla base della nostra vita e succede un ambaradan. Perché? Perché Dio è morto. Nietzsche ci aveva avvisato con un certo anticipo, oltre un secolo fa, ma non ci abbiamo fatto caso.
E chi dà retta ai filosofi? A cosa serve la filosofia se non a scassare il cervello? “Tutti vogliono le stesse cose, tutti sono uguali. Una vogliuzza per il giorno e una per la notte, salva restando in buona salute”. Scriveva il filosofo tedesco in Così parlò Zarathustra (Adelphi) e siamo sempre i medesimi.
Il filosofo Umberto Galimberti in Credere (Piemme) spiega che Dio è morto perché noi l’abbiamo ucciso, cancellando qualsiasi orizzonte. E se Dio è morto, non c’è futuro, non c’è scopo che ci attragga. Non abbiamo risposte al perché dover studiare, lavorare. È finito l’orizzonte di speranza che ci aveva fatto intravedere per secoli il Cristianesimo. Per i giovani il futuro è angoscia, è nichilismo. Per Galimberti l’uomo può evolvere soltanto attraverso la fraternità, l’essere solidali.
Ma la nostra religione cristiana, ponendo l’uomo al vertice del creato, gli ha conferito una posizione egemone che gli permette di trattare la terra come materia da usare e usurare. Se ci misuriamo sul nostro benessere, qual è allora l’orizzonte delle nostre scelte? Cerchiamo davvero la pace per gli ucraini? In verità cominciamo ad annoiarci di questa guerra e temiamo gli effetti che ne subiremo. La Lega araba si è rifiutata di votare pro sanzioni alla Russia, considerando i propri interessi economici.
Secondo me, la vera guerra è tra i valori immateriali e i valori materiali. Tra lo spirito e il denaro. Tra l’anima, per chi ancora ce l’ha, e l’immoralità. Anche se l’anima è qualcosa di più della morale, che è mos, costume, educazione. Perché l’anima è per tutti la casa del divino, di Dio per alcuni. Poco importa, importa avere qualcosa dentro che ti guida e ti ferma.
Altrimenti si procede senza freni. Qualcuno arriva velocemente, qualcuno va a sbattere. Comunque entrambi passano come carrarmati: buttano sotto ossia fanno fuori tutto quello che trovano lungo il loro percorso, senza preoccuparsi di fermarsi, di soccorrere colui a cui hanno fatto del male. Anzi, alle volte pure ci godono.
L’odio divampa e avvampa nell’essere umano, ma non come nell’antichità che era l’odio di una comunità coesa volto a difendere la propria città. No, è odio per colui che ha più di te, semplicemente. Tutti contro tutti. Basta essere virtualmente su Facebook e ci si rende conto che l’invidia è così reale che potresti tagliarla a pezzi, come un’anguria. E tutto il suo succo scorre come sangue annacquato da rigurgiti e sputi.
Scusate la volgarità, ma è quanto succede su questo social. Nella migliore delle ipotesi ti becchi dei like pelosi solo per opportunità, perché tu servi a qualcosa. Questo è oggi il principale valore immateriale, che ha surclassato i veri valori morali perché ha la proprietà di trasformarsi in un valore materiale, come il denaro, basta saper leccare bene fino ad arrivare alla meta prefissatasi. E si pugnalano tutti quelli che possono competere. È l’opportunità la signora della guerra in Ucraina. Perché è un paese troppo ricco di materie prime da far gola alla Russia, ma non solo.