Si è tenuta lo scorso 15 febbraio, nella magnifica Sala del Consiglio dei Dodici del Palazzo dei Cavalieri di Santo Stefano di Pisa, la presentazione dell’ultimo libro scritto dal presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani “La Toscana giorno per giorno”. Una sorta di agenda che ci immerge dentro le storie e gli aneddoti della terra che fu di Dante e Cosimo de’ Medici; della Monnalisa e di Guglielmo Marconi; di Giacomo Puccini e di tanti altri personaggi. Trecentosessantacinque racconti – uno per ogni giorno dell’anno – che ci rammentano, con dovizia di particolari, episodi, storie di uomini, accadimenti e pezzi di realtà della Toscana e della sua cultura.
Mi colpisce molto il racconto con il quale il presidente Giani introduce il suo libro: trovandoci nello storico palazzo di piazza dei Cavalieri, ci ricorda come nacque l’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano e il significato che ebbe quella istituzione nel 1561 per la Regione Toscana, oltre all’importanza che rappresentò per la formazione dei suoi confini. Come lo stesso Presidente afferma: “Dopo il suo matrimonio con Eleonora di Toledo, Cosimo I iniziò a pensare a un ordine di galantuomini che esprimesse una nuova corte e acquisisse prestigio davanti alle corti europee; così diede via all’iter che creò l’Ordine dei Cavalieri, caposaldo della nascita della regione Toscana. Peraltro, l’istituzione dell’Ordine gli regalò grande credibilità, soprattutto agli occhi di Carlo V il quale, solo dopo la nascita della istituzione, gli permise l’entrata a Siena e la sua conquista, fino alla creazione del Gran Ducato di Toscana”. Prosegue Giani: “Grazie all’ordine dei Cavalieri, dunque, la regione vanta radici di oltre 450 anni, le quali hanno contribuito a formare l’identità di questa terra e a fare da pilastro dell’ordinamento della Toscana”.
Il libro è coinvolgente e se ne intuiscono immediatamente la struttura e l’idea: ogni giorno dell’anno tratta un fatto realmente accaduto in quel giorno – piccolo o grande – arricchito di contenuti dettagliati, particolari e fotografie correlate alla narrazione. Ogni pagina desta forte curiosità anche quando approfondisce argomenti meno conosciuti: intrighi, strategie, conquiste; ma anche storie di amanti, leggende, personaggi famosi e quant’altro abbia contraddistinto questa regione tra il 62 a.C. e il 2017: come la pagina del 5 Gennaio interamente dedicata alla morte di Catilina, avvenuta per l’appunto il 5 Gennaio del 62 a.C. in battaglia fra Pistoia e i monti pistoiesi. O l’ultima pagina del libro, quella del 30 Gennaio 2017, dedicata al giorno della inaugurazione del nuovo casello A1 Firenzuola Mugello nell’Autostrada del Sole.
O, ancora, Il battesimo dei Macchiaioli, che Giani associa al giorno del 3 novembre del 1862, in quanto così definiti da un critico d’arte in un articolo de “La Gazzetta del Popolo”. In questo scorrere di pagine è inevitabile non cogliere la profonda dedizione che distingue l’autore e il suo intenso e autentico amore per la conoscenza. Il legame di un uomo alla sua terra e alla sua storia come testimonianza di ciò che siamo stati e che ci ha reso quelli che siamo oggi; al passare del tempo, all’evoluzione dell’uomo – comprese la sua intelligenza e la sua coscienza. Citando le architetture toscane più belle: il Duomo di Firenze (la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la cui prima pietra venne posta l’8 settembre 1296, su progetto di Arnolfo di Cambio; ultimata nel 1400 e consacrata il 25 Marzo 1436 alla presenza di papa Eugenio IV) e il Duomo di Pisa (la Cattedrale di Santa Maria Assunta), la cui costruzione risale al 1064 e al 1118 la sua consacrazione da parte di Papa Gelasio II; come aggiunge Giani: “Pensate, ultimato ben 300 anni prima del Duomo di Firenze!”.
Infine la cultura, la nascita delle organizzazioni istituzionali, i matrimoni più determinanti, l’arguzia di taluni personaggi, le scelte geopolitiche, i racconti e i miracoli dei Santi (come la pagina del 5 settembre del 1696 dedicata al culto di Santa Zita, a Lucca, sancito da Innocenzo XII); la vita sociale, artistica e le tradizioni cittadine; la prima pietra della Torre di Pisa, datata 09 agosto 1173.
Ogni evento o persona che abbia lasciato un piccolo segno diventa meritevole di attenzione, non tanto per l’importanza che effettivamente rappresenta quanto per il senso che l’autore ha saputo cogliere in quegli accadimenti e personaggi, che correla egregiamente ad altri eventi o persone e, che, magistralmente, spiega. Un’interpretazione e un’illustrazione che nulla invidiano a un libro di storia; uno stile curato, ricco e sempre forbito, in grado di far intuire dove risieda la bellezza dei particolari trattati. Con questa stessa attenzione, sono valorizzati i fatti ma anche alcuni misfatti toscani, come il femminicidio di Isabella de‘ Medici (avvenuto il 16 luglio 1576, compiuto dal marito Paolo Giordano Orsini), o la morte di David Lazzaretti da Arcidosso (il profeta dell’Amiata), ucciso il 18 agosto 1878. Un libro che è una grande scoperta: un testo che sarebbe apprezzato anche all’estero, oltreoceano, per i contenuti, l’eleganza stilistica, la ricchezza e la cultura di cui è intriso, che non risparmia neanche la nascita, il 13 ottobre 1921, in via Gragnano a Monsummano, del cantante e attore Yves Montand (all’anagrafe Ivo Livi).
Non sono Toscana e vivo in questa terra perché l’ho scelta; qui mi sento a casa. Dopo aver scritto questo testo, inevitabilmente ritorna il ricord o del le mie origini, che sento ben radicate dentro di me; della Puglia, la mia storia, la grandezza ellenica, i suoi gioielli, l’arte, la cultura, i miti della Magna Grecia. Riaffiorano le immagini della mia città, Taranto; il mito di Taras ; o l’effigie di Falanto che cavalca il delfino andatogli incontro per salvarlo dal naufragio… E penso che tutte le regioni d’Italia sono preziose – ognuna a suo modo e maniera – perché la nostra è una terra meravigliosa.