Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login
  • Register

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Arts
November 13, 2016
in
Arts
November 13, 2016
0

L’ultima notte di James Salter

Lo scrittore-soldato fino a poco tempo fa in Italia era quasi sconosciuto

Marco PontonibyMarco Pontoni
L’ultima notte di James Salter

Room In New York, di Edward Hopper

Time: 4 mins read

Certi scrittori americani sembrano essere i soli a riuscire a riprodurre sulla pagina le sensazioni che trasmette il loro compatriota Edward Hopper con i suoi quadri. Parlo di solitudine, innanzitutto, una solitudine intima e incancellabile, che prescinde dal fatto di vivere in società persino sovrappopolate o, più semplicemente, di frequentare altre persone. Ma mi riferisco anche alla consapevolezza di essere arrivati – in quella casa, strada, ufficio, bar, pompa di benzina, salotto, camera d’albergo – nel punto esatto in cui la vita si condensa e si svela (“il pasto nudo”, di cui parlava Burroughs, seppur andata la sua scrittura in un’altra direzione). Il tutto a bagno nella quotidianità più assoluta.

Lo scrittore James Salter
Lo scrittore James Salter

Non c’è bisogno di evocare esperienze-limite come la droga o la guerra, anche se James Salter, è di lui che parliamo, ha servito nell’aviazione militare degli Stati Uniti e ha combattuto nella guerra di Corea, dopo avere mancato per un soffio la Seconda Guerra Mondiale. Negli americani, perlomeno in certi americani – come già nel Joyce dei Dubliners – quei momenti, quelle epifanie, prendono forma nelle pieghe dell’esistenza ordinaria: una bicchierata fra amiche, una cena andata a monte, una corsa in taxi, una telefonata dell’amante, un cielo stellato visto dal giardino di casa. Ciò li può fare amare od odiare, naturalmente. Io li amo.

Ma chi chiede alla scrittura trame scoppiettanti, riferimenti continui alla storia o alla cronaca, distopie, realismo magico, o ancora, chi chiede alla scrittura di spiegare minuziosamente i moventi delle azioni e dei comportamenti individuali, con i racconti de L’ultima notte, appena tradotto in Italia da Guanda, potrebbe trovarsi a disagio.

Siamo dalle parti di Carver, e prima di lui dell’Hemingway di Un posto pulito, illuminato bene, anche se Salter amava Flaubert e Balzac. I fatti prendono il sopravvento. E la frase si asciuga. Soggetto, verbo, complemento. “Philip sposò Adele un giorno di giugno. Il cielo era coperto e soffiava il vento. Più tardi spuntò il sole”. Poche pennellate per lo sfondo, e poi si va al dunque, al ritratto. Ad esempio, quello di una coppia apparentemente riuscita, lei una donna separata, che “aveva fatto buon sesso fin dall’età di 15 anni”, lui un uomo pacato e competente, “che dava l’impressione di non curarsi in alcun modo di sé, di essere al di sopra di tutto”. Ma a cena dai Morrissey lei beve troppo, e comincia a tirare fuori cose, di lui, che gli amici ignoravano. Lui la corregge, afferma più volte che non è andata veramente così o cosà. Chi ha ragione? “Uno, nessuno, centomila”, potrebbe rispondere il lettore italiano. Siamo alla radice dell’incomunicabilità, nel cuore della solitudine primaria, quella data dalla visione divergente che due persone, anche tra loro legate, possono avere del medesimo soggetto. Ma siamo anche nel cuore di una scrittura che punta tutto nel suo essere asciutta, essenziale, basic. In cui, a guardare bene, a rileggere i periodi, ogni parola risulta necessaria.

A volte il finale rimane sospeso, un vecchio trucco che funziona sempre. A volte la trama conosce uno scarto, una deviazione dalla strada tracciata, come se il narratore all’improvviso avesse messo a fuoco un dettaglio alle spalle dei protagonisti. Un maestro di nuoto diventato attore per caso esce a cena con un’attrice famosa, ormai sul viale del tramonto. Ci chiediamo cosa succederà fra i due, se l’attore-per-caso cederà a quella sorta di sprezzante seduzione a cui è sottoposto dalla star, ma il riflettore si sposta sulla donna che ha organizzato la cena, la produttrice del film, bidonata dai due con una scusa.

james-salter-t2Altre volte spira un vento di tragedia. Tre amiche bevono e ballano nell’appartamento di una di loro, dopo essere state a cena fuori. La prima ad andarsene invidia la disinvoltura delle altre due, grazie alla quale fanno e dicono cose che lei non farebbe o non direbbe mai (ad esempio un complimento come “hai due bellissime tette”). Ma c’è un segreto, difficile da confessare, che spiega i suoi rimpianti e che viene fuori solo con il taxista, proprio nelle ultime righe.

Altre volte ancora, infine, l’autore è spietato nel mettere a nudo la sconfitta definitiva di un uomo, a causa della sua stessa indecisione.

Le informazioni sono centellinate. In compenso l’attenzione al dettaglio è massima. La realtà in cui i protagonisti – in genere di classe media o medio-alta – vivono immersi, si tiene assieme, almeno apparentemente. Poi di colpo va in pezzi. Una moglie, il giorno del suo compleanno, al termine della festa, sulla soglia della camera da letto, chiede al marito una rinuncia, estremamente dolorosa. Una richiesta, o meglio un patto, costituisce anche il punto di partenza dell’ultimo racconto, quello che dà il titolo alla raccolta (non il più riuscito); dovrebbe riguardare un caso di pietosa eutanasia, ma riserva una sorpresa.

Salter in Italia era quasi sconosciuto fino a poco tempo fa. Del resto, quello che è considerato forse il suo capolavoro, All that is, ovvero Tutto quel che è vita, lo ha pubblicato nel 2013, solo 2 anni prima della morte. Da lì è iniziata la riscoperta. Il lettore de L’ultima notte, raccolta uscita negli USA nel 2005, trova un autore più raggelante rispetto a quello dei romanzi (a cui si sommano anche alcune sceneggiature). Rimane inalterata però la capacità di indagare le relazioni umane, cogliendone soprattutto le delusioni, i fallimenti.

Molto amato dai suoi colleghi, fra cui Richard Ford, Joyce Carol Oates e quel George Plimpton (giornalista, editore, attore, co-autore di una memorabile biografia di Edie Sedwick) a cui la raccolta è dedicata, Salter piace perché parla un linguaggio al fondo noto, ma a cui è bello tornare. Quanti altri narratori così, scrittori-soldati, abbiamo nella letteratura recente? Quanti ad aver servito la patria nell’esercito per poi raccontare, come in una sorta di ideale contrappasso, storie di tutt’altro genere, storie che ruotano attorno a matrimoni falliti, tradimenti, rinunce? Mi viene in mente immediatamente un nome, stavolta inglese (non proprio un contemporaneo per la verità): Ford Maddox Ford, l’autore de Il buon soldato. Considerato anch’egli, non a caso, un maestro di stile.

James Salter, L’ultima notte, Guanda, 2016, traduzione di Katia Bagnoli (titolo originale: Last Night, 2005).

Share on FacebookShare on Twitter
Marco Pontoni

Marco Pontoni

Sono nato in Sudtirolo 50 anni fa, terra di confine, un po' italiana e un po' tedesca. Faccio il giornalista e ho sempre avuto un feeling per la narrazione. Ho realizzato video e reportages sulla cooperazione allo sviluppo in varie parti del mondo. Finalista al Premio Calvino, ho pubblicato il romanzo Music Box e, con lo pesudonimo di Henry J. Ginsberg, la raccolta di racconti Vengo via con te, tradotta negli USA dalla Lighthouse di NYC con il titolo Run Away With Me. Ho da sempre una sconfinata passione per gli autori americani, Lou Reed, l'Africa, la fotografia, i viaggi e camminare.

DELLO STESSO AUTORE

Il paradosso Salvini e dei suoi “squadristi patridioti”: un pericolo per la democrazia

Come siamo arrivati al politico Salvini uno di noi, il declino che ben ci rappresenta

byMarco Pontoni
We Shall Not Be Moved. Un libro e 4 CD per raccontare l’America che resiste

We Shall Not Be Moved. Un libro e 4 CD per raccontare l’America che resiste

byMarco Pontoni

A PROPOSITO DI...

Tags: Edward HopperGuandaJames Salterletteratura americanalibriSeconda Guerra Mondiale
Previous Post

Trump: presidente di quale America per quale mondo

Next Post

E tu, che tipo di intelligenza scopri per insegnare italiano?

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Ritorno a Fascaray: un libro sull’identità, un affresco scozzese

Ritorno a Fascaray: un libro sull’identità, un affresco scozzese

byMarco Pontoni
Franco Battiato alla Highline Balloroom, New York. Foto: Tomas Fanutza

Quando Franco Battiato annunciò “L’era del Cinghiale Bianco” postmoderno

byMarco Pontoni

Latest News

La quarta audizione svela i trucchi di Trump per scambiare i Grandi Elettori

Si allungano i tempi per il rinvio a giudizio di Donald Trump

byMassimo Jaus
“After the wild”: arte contemporanea al Jewish Museum di New York

“After the wild”: arte contemporanea al Jewish Museum di New York

byGianna Pontecorboli

New York

L’FBI gli suona alla porta: uomo minaccia di lanciarsi da un grattacielo di New York

L’FBI gli suona alla porta: uomo minaccia di lanciarsi da un grattacielo di New York

byLa Voce di New York
Comitiva di ragazzi si perde nelle fogne di New York: salvati dai vigili del fuoco

Comitiva di ragazzi si perde nelle fogne di New York: salvati dai vigili del fuoco

byLa Voce di New York

Italiany

La crisi dell’istruzione nel mondo: 2/3 dei bambini non capiscono cosa leggono

Master Fondazione Italia-Usa: altre 200 borse di studio “Next Generation”

byLa Voce di New York
World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

byNicola Corradi
Next Post
intelligenza

E tu, che tipo di intelligenza scopri per insegnare italiano?

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Elezioni 2022
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Speciale Venezia
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In
By clicking on "Create my account" or by registering, you accept the Term of Service and the Privacy Policy.

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?