Per l’edizione 2025, l’American Academy in Rome ha conferito la McKim Medal a Virgilio Sacchini, medico e chirurgo senologo che da oltre vent’anni lavora tra Milano e New York. La medaglia viene assegnata ogni anno a figure che si distinguono nel costruire ponti tra Italia e Stati Uniti, in ambito culturale, scientifico e umanistico.
Sacchini è professore all’Università di Milano e membro del Memorial Sloan Kettering Cancer Center, uno dei principali centri oncologici degli Stati Uniti. Durante il suo intervento al Gala, ha scelto di non parlare di risultati o cifre, ma di esperienze che hanno segnato il suo modo di intendere la professione.
Ha ricordato anzitutto un episodio all’inizio della sua carriera, quando un mentore gli consigliò di puntare all’eccellenza tecnica come unica strada per essere riconosciuti ovunque. È un principio che ha seguito costantemente, anche quando – inizialmente con l’idea di restarci solo un anno – si è trasferito a New York insieme alla sua famiglia. “Sono passati venticinque anni”, ha detto, “e siamo ancora lì”.

Un altro momento significativo lo ha vissuto accanto a un paziente, che gli ha stretto la mano e lo ha ringraziato per averlo fatto sentire importante. “Quella frase mi ha ricordato quanto sia essenziale, per chi cura, sapersi mettere nei panni dell’altro. Non basta conoscere la malattia: bisogna esserci, come persone”.
Infine, ha parlato del rapporto con i suoi studenti. In un’occasione, al termine di un ciclo di formazione, lo hanno ringraziato per averli resi non solo più preparati, ma più consapevoli. “In quel momento ho capito che trasmettere conoscenza è un atto di responsabilità. Formare qualcuno non è solo dargli strumenti: è metterlo nella condizione di assumersi un ruolo vero”.

Da sinistra: Aliza Wong (direttrice dell’Academy), Giuseppe Tornatore, Beatrice Bulgari (Gala Chair), Virgilio Sacchini e Calvin Tsao (Chair del Board of Trustees). (© American Academy in Rome / Foto: Riccardo Ghilardi)
“L’eccellenza, l’empatia e la trasmissione del sapere alle generazioni future”, ha detto Sacchini, “sono i tre pilastri su cui ho cercato di costruire la mia vita professionale. E sono convinto che siano anche gli elementi essenziali di una medicina che sappia restare umana”.
Insieme a Sacchini, è stato premiato anche il regista Giuseppe Tornatore, che ha ricordato il proprio legame con il cinema americano e l’importanza dell’ispirazione ricevuta fin da bambino. “Quel cinema ci ha insegnato che ogni storia può diventare universale”, ha detto.
La cerimonia è stata presieduta da Beatrice Bulgari e ha visto la partecipazione di oltre cinquecento ospiti. Come ogni anno, il McKim Medal Gala ha avuto anche una funzione di raccolta fondi a sostegno delle attività dell’Accademia, in particolare le Italian Fellowships, le uniche borse di studio tra le accademie straniere di Roma riservate ad artisti e studiosi italiani.

La McKim Medal, disegnata da Cy Twombly e intitolata all’architetto Charles Follen McKim, è conferita a chi dimostra che la cultura – scientifica o artistica – è fatta anche di etica, rigore e ascolto. In questo senso, la figura di Sacchini rappresenta non solo un punto di riferimento nella medicina contemporanea, ma anche un modello concreto per chi oggi si forma alla cura. Una cura che non è mai solo tecnica, ma relazione, scelta, presenza.