Gli Archi di San Biagio Platani, un piccolo centro in provincia di Agrigento, sono delle decorazioni artistiche create per la Pasqua e che resteranno esposte fino alla prima settimana di giugno.
Una tradizione artistica carica di folklore che risale alla seconda metà del Seicento dopo la fondazione del piccolo centro che ha origini spagnole. La popolazione era divisa in due confraternite: “I Madunnari”, i cosiddetti devoti alla Madonna, e “I Signurari”, quelli di Cristo. Una divisione atavica legata alla rivalità nata tra le due antiche confraternite del paese.
Nelle settimane che precedevano la Pasqua, in gran segreto, l’una dall’altra confraternita, allestivano queste spettacolari decorazioni alte fino a 10 metri e fatte soprattutto con pasta di pane, datteri, canne, rami di alloro e rosmarino. Lungo le vie del paese avrebbero fatto da scenografia alla processione e all’incontro tra la Madonna e il Cristo risorto.



La tradizione si rimanda di generazione in generazione e oggi è accolta dai più giovani che di anno in anno cambiano la struttura architettonica, ricostruita con composizioni sempre diverse.
Mentre si allestiscono le strutture sul viale principale, corso Umberto, nei magazzini delle due confraternite si realizzano tutte le decorazioni fatte di pasta di pane, l’elemento più importante. Da qui il nome di “archi di pane”.
Le sculture più significative sono proprio le “cuddure”: il pane sapientemente lavorato dalle mani delle donne del paese assume forme di angeli, colombe, campane e altri simboli della cristianità.
Per arricchire la decorazione vengono aggiunte le “inpee”, particolari lampadari artistici, intrecciati e colorati da collane di datteri, di pasta e altri materiali e mosaici realizzati da ogni tipo di cereali, fiori e arance.
Gli archi sono costruiti con materiali semplici della locale campagna offerti dagli agricoltori del posto.



La festa rappresenta il trionfo della natura che ogni anno rifiorisce.
Gli archi sono ufficialmente aperti con la processione la mattina di Pasqua e rimangono esposti fino alla festa del Corpus Domini a giugno.
Il significato religioso degli archi di Pasqua è molto evidente volendo rappresentare il trionfo di Cristo sulla morte. Tuttavia queste decorazioni affondano le loro radici nella miseria in cui versava la popolazione nel ‘700, il cui allestimento serviva appunto per far dimenticare almeno per qualche giorno la povertà.
Oggi, sono cambiate molte cose e, pur continuando ad aver un significato religioso, hanno lo scopo di attirare una grande folla di turisti per assistere allo spettacolo culturale e artistico.
“Per noi, oltre che una tradizione molto sentita, è anche un pezzo importante per la nostra economia – spiega il sindaco Salvatore di Bennardo -. Gli Archi, che quest’anno hanno per tema “Agrigento Capitale della Cultura” e “Arte, Cultura e Bellezza” portano migliaia di turisti che vengono in visita nel nostro paese che così scoprono le bellezze, la cultura, il folklore e la cucina di San Biagio Platani”.