Dopo due anni di restauro, ha riaperto al pubblico il maestoso dipinto La Crocifissione di Tintoretto, realizzato nel 1565 e custodito nella Sala dell’Albergo presso la Scuola Grande di San Rocco a Venezia.
L’intervento è stato finanziato con 700.000 euro da Save Venice, un’organizzazione senza scopo di lucro con sede a New York, fondata nel 1971 e dedicata alla conservazione e al restauro del patrimonio artistico e architettonico di Venezia.
L’associazione ha già sostenuto centinaia di progetti per la tutela di opere d’arte, chiese, palazzi e altri beni storici della città lagunare, con l’obiettivo di proteggere la sua bellezza e identità per le generazioni future.
Tintoretto, pseudonimo di Jacopo Robusti, è stato uno dei massimi esponenti della pittura veneta e dell’arte manierista.
Il dipinto, alto cinque metri e largo dodici, è uno dei suoi capolavori più celebri, che il filosofo francese Jean-Paul Sartre ha descritto così: “Questo squarcio giallo del cielo sopra il Golgota, il Tintoretto non l’ha scelto per significare l’angoscia, né tanto meno per provocarla: esso è angoscia e, a un tempo, cielo giallo.”
L’opera è caratterizzata da una scena fortemente drammatica, in cui l’artista — andando controcorrente per l’epoca — rompe con la composizione tradizionale e centrale del soggetto sacro, ponendo la figura di Gesù in posizione leggermente decentrata. Il risultato è una profondità prospettica vertiginosa e caotica, ma allo stesso tempo sorprendentemente organizzata.
Intorno alla croce si muovono figure umane realistiche e concitate: soldati, ladroni, discepoli, popolani, donne piangenti — tutti immersi in un’atmosfera carica di pathos.
La luce, proveniente dall’alto, crea un’aura mistica che circonda unicamente la figura di Cristo, in forte contrasto con il trambusto del mondo terreno.
L’attuale intervento di pulitura ha restituito all’opera la sua originaria profondità e la brillantezza delle pennellate rapide e luminose, caratteristiche dello stile inconfondibile del grande maestro veneziano.