L’appunto più divertente è quello di un ragazzino, scritto su un foglio a quadretti piegato in quattro. S’intitola: Problema. Sotto c’è la traccia: “Il papà mi ha accompagnato a Bolzaneto. Da Albisola a Bolzaneto ci sono 40 km. La macchina di papà percorre 9 km con un litro di benzina. Quanta benzina ha consumato papà per andare a trovare quella racchia della Mirella?”. Il problema a prima vista insolubile – almeno per la mamma – è uno fra le centinaia di biglietti e bigliettini infilati tra le pagine dei nostri libri, a segnare il punto di fermata nella lettura. Perduti nel tempo e nello spazio, dimenticati, riemergono grazie a Michele Micalizzi e agli altri soci della libreria San Benedetto a Genova. Si tratta di uno dei due poli della cooperativa La Lanterna, nata più di quarant’anni fa attorno alla comunità fondata da don Gallo, il prete di strada. In una via del centro c’è la bottega degli abiti usati; a Sestri Ponente invece risorgono i volumi di seconda, terza, quarta mano ricevuti in dono o frutto di sgomberi, venduti per dare una mano ai meno fortunati. Molti contengono una sorpresa.

Cartoline, una schedina del Totocalcio (11 dicembre 1983, il Milan giocava in trasferta ad Ascoli), lettere scritte con la biro o la stilografica, grandi cuori rossi, scontrini dell’autostrada, un biglietto timbrato del bus. Frasi d’amore, disegnini. Foglie e fiori secchi. Anche comunicazioni di servizio, raccomandazioni, promemoria. E la lista della spesa – accidenti a me, dove l’ho messa? E’ un universo in miniatura il materiale estratto con affetto dai libri. Viene accumulato negli scatoloni che continuano a crescere di numero: sono già dieci, dentro c’è un mondo. “All’inizio non sapevamo che cosa farne, però non volevamo buttarli via e così li abbiamo messi da parte”, racconta Micalizzi. Il puzzle assembla frammenti di vita fissati da una Polaroid: stati d’animo, riflessioni veloci, pensierini. Flash di un attimo fuggente in cerca d’autore. Già, chi sono gli autori dei messaggi in bottiglia? Per rintracciarli, i reperti sono stati postati sulle pagine Facebook e Instagram della libreria alla voce “Tra le righe”. Chiunque li riconosca, può andare a riprenderseli. Ed è giusto così perché fanno parte di una memoria personale: oggetti smarriti, amici ritrovati.

Ci sono i buoni propositi: “Voglio dimagrire almeno 6 chili, prendere la patente, prendere il diploma, ridare 300 euro a Dany più 15 euro per la cena, battere il mio record sulla mezza maratona, finire una maratona, andare a Praga un fine settimana, smettere di ubriacarmi quando esco o alle feste, andare a vivere da sola, trovare lavoro che mi piace a tempo indeterminato”. Ce l’avrà fatta l’anonima scrivente? E chissà se ha fatto pace con la figlia il padre afflitto che scrive: “Con le mie scuse per il comportamento sgarbato di stamattina. Papà”. Dove sarà adesso la piccola Sofia che alla maestra diceva: “In questi cinque anni hai fatto tutto per me”. Poi c’è la lettera spedita nel futuro, con la capsula del tempo, da un marito: “Cara Laura voglio mettere la data a questo pezzo di carta 19-11-1968 e voglio conservarlo per farlo vedere a nostro figlio, perché capisca dopo 8 anni e mezzo di matrimonio e 6 anni di fidanzamento come si possano amare due persone e in special modo la sua mamma e il suo papà. Ti amo anche io tesoro e neanche un goccio meno dei primi tempi”. Struggente. Al sesso occasionale risponde anche un post-it rosso, vergato in stile ottocentesco: “Solo la certezza del tuo dolcissimo amore e la speranza di averti presto fra le mie braccia, mi aiuta a sopportare la dolorosa tua mancanza”.

Più terra terra, è bene tener presenti gli ingredienti del “sugo di noci per i pansotti liguri: mezzo kg di noci, una manciata di pinoli, latte o panna, un pizzico di maggiorana, una foglia di finocchio selvatico, pane bagnato nel latte. tutto nel frullatore con olio”. Così pure l’elenco per il supermercato con lo schizzo dei prodotti da comprare: “Basilico, formaggio grattugiato, sugo di pomodoro, lasagne, semolino, croccantini, nutella, insalata, colomba”. Sì, ma per secondo che cosa cucinerà mai questa signora? Fra le informazioni utili non va trascurata la seguente: “E se hai bisogno del phon è nel comodino vicino alle mie camicie”. Buono a sapersi. Ma in mezzo alle storie di tutti i giorni, spiccano pezzetti di storia patria. Come la cartolina postale di un soldato, spedita dall’Africa Orientale Italiana in data 5 luglio 1936, anno XIV dell’era fascista. Oppure la convocazione a una riunione della Gioventù Italiana del Littorio nel 1942, su carta intestata con il motto: Credere obbedire combattere. O all’opposto la tessera dei Comitati di lotta e leninisti universitari, risulta un versamento di 250 lire.
“Ogni foglietto che mettiamo in rete è importante, ci fa capire come siano cambiati il modo di esprimersi e la società stessa”, spiega il libraio. Ha ragione: scripta manent. E che giri fanno le vite.