Quasi quarant’anni dopo la storica performance sulla Grande Muraglia Cinese, Marina Abramović torna in Cina con una nuova mostra al Museo d’Arte Moderna di Shanghai intitolata “Transforming Energy”. L’esposizione trae ispirazione dall’ormai noto incontro tra l’artista e il suo ex compagno Ulay, avvenuto nel 1988 proprio sulla muraglia.
La mostra, che sarà aperta fino al 28 febbraio 2025, occupa tre piani e comprende oltre 1.000 immagini di quell’avventura epocale oltre a una serie di nuove creazioni artistiche, molte delle quali interattive.
Come precisato nel comunicato stampa, le opere che “coinvolgeranno il pubblico” sono state costruite attorno al concetto di energia trasformativa, spesso rappresentata da cristalli, che simboleggiano il potere di cambiamento sia per l’artista che per gli spettatori.
Abramović, nota per le sue provocatorie performance, ha dichiarato di essere entusiasta di tornare in Cina per condividere il frutto di quella lontana esperienza. “Questo è il risultato di quel viaggio e include un nuovo corpo di lavoro”.
Nata a Belgrado nel 1946, la performer ha costruito la sua carriera sulle sfide dei confini mentali e fisici dell’organismo. Negli anni ’70, attraverso una serie di lavori estremamente intensi, come Rhythm 0 del 1974, la donna ha permesso al pubblico di interagire liberamente con il suo corpo, spingendosi al limite per esplorare la vulnerabilità e la resistenza umana.
Negli anni ’70 Abramović si trasferì ad Amsterdam, dove incontrò Uwe Laysiepen, meglio conosciuto come Ulay. La loro storia d’amore e collaborazione artistica ha dato vita a opere indimenticabili, come Rest Energy del 1980, in cui la coppia si misurava con un arco e una freccia, sfidando il pericolo e la fiducia reciproca.
Il culmine del loro sodalizio è il risultato della performance The Lovers: The Great Wall Walk del 1988, in cui i due si incontrarono a metà della Grande Muraglia Cinese dopo un cammino iniziato dalle estremità opposte. Il viaggio, lungo 20.000 chilometri, era stato inizialmente pianificato come un preludio al loro matrimonio, trasformatosi invece in un addio, quello che di fatto ha segnato la fine della loro relazione sentimentale e artistica.
Transforming Energy esplora questa esperienza, e cerca di lasciare ai visitatori un frammento di quella storia attraverso le foto divise in quattro categorie: la preparazione, gli incontri con le popolazioni locali, il percorso e la ricongiunzione con Ulay. Il curatore della mostra, Shai Baitel, ha raccontato di essere rimasto molto colpito dalla quantità di immagini rimaste inutilizzate fino a ora, definendole un “tesoro” per la storia dell’arte.
La mostra include anche opere, come Reprogramming Levitation, che sollecita i visitatori a sperimentare le erbe curative in vasche di rame, un invito alle pratiche tradizionali che Abramović ha scoperto durante la traversata del “Paese di Mezzo”.