La sesta giornata del Lucca Film Festival ha celebrato Paul Schrader, autore e sceneggiatore di film indimenticabili come Taxi Driver e Toro Scatenato. Oltre alla masterclass aperta al pubblico, che ha visto la partecipazione di studenti di cinema di varie università italiane, il regista americano nel pomeriggio ha incontrato i giornalisti, raccontandosi fra carriera e vita privata.
“La solitudine è la condizione centrale dell’essere umano. Il problema, però, è che siamo esseri sociali. Come uomini, ci relazioniamo in gruppo, anche se in realtà siamo soli. Quello che l’intelletto ci fa capire è che questa condizione persiste”, così ci ha risposto Schrader, quando lo abbiamo intervistato su uno dei temi più ricorrenti nei suoi lungometraggi.

Durante l’incontro, l’artista ha anche parlato del suo rapporto con Richard Gere, protagonista di American Gigolò, il film che ha lanciato la carriera dell’attore. “In realtà non ci siamo mai persi di vista. Siamo sempre rimasti in contatto, anche se lui ha fatto molte opere di grande successo mentre io sono rimasto a un livello inferiore di notorietà. Ho scritto la sceneggiatura di Oh Canada e ho pensato a lui per il ruolo di un anziano in punto di morte, proprio perché non si era mai calato in una parte simile prima d’ora”.
Schrader ha sottolineato come, di un personaggio, cerchi di evidenziarne le parti più vulnerabili che generano contraddizioni: “Non voglio imitare la realtà. Mi interessa scrivere soggetti che fanno cose sbagliate per motivi giusti o cose giuste per motivi sbagliati”.
Con un certo umorismo, il regista ha confessato che evita di rivedere i propri film per non cadere nella trappola di auto-critica. “Non è una cosa che bisogna fare per due motivi. Il primo è che potresti guardare il tuo lavoro e dire: Wow, è davvero forte, sono stato veramente bravo. Il secondo è che potresti pensare: È proprio brutto, non avevo talento prima e non ne ho neppure ora. Per questo motivo, cerco di sfuggire alla tentazione”.
Lo sceneggiatore si è inoltre mostrato molto entusiasta per il premio che gli verrà consegnato domani da Ethan Hawke con cui ha collaborato in passato, definendolo una “persona straordinaria, quasi un artista rinascimentale”. Ha elogiato l’attore per la sua versatilità: “Scrive film, romanzi, poesie, canta, recita. L’unica cosa che ancora non fa è il cardiochirurgo, ma non mi sorprenderei se imparasse anche questo. Confrontarsi con una persona del genere è davvero difficile”.
Una giornata ricca di riflessioni profonde e momenti di leggerezza, hanno confermato lo straordinario carisma ma anche la complessità di un grande regista come Paul Schrader.