Il Newark Museum of Art ha inaugurato “The Story of Newark Fashion: Atelier to Runway”, la mostra che fino al 2 giugno 2024 espone la vita e il lavoro – nell’arco di 75 anni – di undici stilisti, tra i quali Narciso Rodriguez, Stephen Burrows e il finalista di Project Runway Shavi Lewis, che per nascita o per esperienza hanno legami con Newark. Curata da Kristen Owens, storica della Black Fashion, e dalla consulente Tracey “Africa” Norman, la rassegna è la prima del genere per il museo – un argomento, quello della moda contemporanea per cui accresce l’interesse tra i più giovani e che attira sempre di più un pubblico diversificato.
Con circa 307 mila residenti e molteplici opzioni di trasporto da e per New York City e oltre, Newark è conosciuta da molti come “la gateway city”. La città del New Jersey è stata per anni, tra il XIX e il XX secolo, anche un hub importante in seno alla produzione di gioielli e accessori di moda. La sua rilevanza nell’ambito dell’industria del fashion vero e proprio, però, inizia negli atelier e nelle aule di Wesley Tann ed Emily Miles negli anni ’50 e ’60. Entrambi sono stati designer neri rivoluzionari e mentori fondamentali per le generazioni successive. Tann, residente del posto per molto tempo, divenne assistant designer nel 1950 e nel 1961 aprì la sua boutique sulla Seventh Avenue di Manhattan, la prima del genere per uno stilista nero. Miles, invece, dapprima modista, in seguito aprì la Belle Meade School of Charm and Modeling formando più di mille donne, tra cui Whitney Houston (anche lei nata a Newark).

Una storia importante che pone le basi per l’indagine del Museo sugli altri nove designer contemporanei, leader del settore: lo stilista-truccatore Douglas Says, l’artista Jerry Gant, i giovanissimi Melody Asherman e Justis Pitt-Goodson di BrownMill Atelier, insieme a Tyrone Chablis, oltre a Stephen Burrows e Narciso Rodriguez.
La direttrice del museo, Linda C. Harrison, in una dichiarazione pubblica, ha sottolineato come la mostra intenda evidenziare “l’adiacenza della sfera black della moda di Newark ai grandi brand globali”. In qualità di mentori, documentaristi, coach, questi designer hanno creato e plasmato la storia della moda, capaci di aver messo insieme una fiorente comunità di impatto mondiale.

Con i 46 look di due generazioni di stilisti della città del New Jersey, “Atelier to Runway” pone l’accento sulle personalità di colore, dunque, a partire da Stephen Burrows, natio del luogo e che insieme al lancio dell’American fashion contribuì a definire la disco-era newyorchese. Il cuore dell’installazione è proprio una passerella simulata su cui ‘camminano’ gli abiti di Burrows. Un riferimento al suo straordinario ruolo nella Battaglia di Versailles nel 1973 – le cui immagini scorrono su uno screen posto alle spalle della collezione. Un evento storico quello di cinquanta anni fa che rappresentò una resa dei conti per la moda americana – un lancio al cospetto del mondo – mettendo in ombra la controparte europea.
In esposizione non potevano mancare le creazioni di Narciso Rodriguez che è nato e cresciuto nella zona Ironbound della città. Cubano di prima generazione, si innamorò del mestiere osservando gli abiti cuciti dalla madre. Prima di lanciare il suo brand sulla passerella di Milano nel 1997, lo stilista si formò alla Parson’s School of Design di New York. Tra i suoi abiti, in mostra anche il tubino nero con dettagli in rosso indossato nel 2008 dalla First Lady Michelle Obama durante la Election Night a Chicago- serata che sancì la vittoria del primo Presidente nero degli Stati Uniti, Barack Obama.


