Al Consolato Generale di New York è stata inaugurata la nuova mostra fotografica Fra Nuvole e Vento: Gente di Civita (“Between Clouds and Wind: People of Civita”) dell’artista newyorkese Brian Stanton, che per tre anni ha vissuto a Civita di Bagnoregio e ne ha documentato le tradizioni e gli abitanti. Per l’occasione, il Console generale Fabrizio Di Michele ha accolto il sindaco attuale del borgo laziale Luca Profili, l’ex primo cittadino Francesco Bigiotti e chi fra i civitonici è riuscito a recarsi nella Grande Mela, con la partecipazione della Columbus Citizen Foundation che ha offerto il ricevimento.
“Civita di Bagnoregio è un posto incredibile e Stanton è riuscito a combinare la dimensione irreale che appartiene a questo piccolo borgo. Con la pioggia, con la nebbia o con il sole Civita vive in una dimensione onirica” ha spiegato il Console Generale Di Michele. A completare il quadro ci sono i calanchi in erosione, “che fanno da cornice al magnifico borgo e cambiano il paesaggio continuamente”.

In esposizione, una trentina di fotografie tutte in bianco e nero spiccano sulle pareti color ebano del palazzo storico del Consolato. L’immagine più suggestiva è all’entrata: è un ritratto del campanile della Chiesa di San Donato, nel cuore del borgo, che emerge dalla nebbia. Intorno si intravedono le colline. Poi continua la serie con profili dei civitonici che portano avanti le tradizioni e accolgono ogni anno le migliaia di turisti che vengono per scoprire “la città che muore”, come l’ha definita lo scrittore Bonaventura Tecchi.
Il borgo è destinato a scomparire perché i calanchi su cui sorge sono colli tufacei che con l’erosione che subiscono costantemente da vento e pioggia rischiano di crollare. Non solo: c’è un problema di turismo sostenibile per cui nel giro di 10 anni il paesino di qualche centinaia di metri quadrati è passato da accogliere un migliaio di viaggiatori a un milione di persone in visita in giornata.
“Questo è stato un progetto che ha fatto bene al cuore – ha raccontato il fotografo Stanton. – Non solo per il paesaggio mozzafiato e fiabesco, ma per le persone e la loro cura e accoglienza”.