All’interno delle sale del Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma, nel pomeriggio del 21 novembre si è svolta una solenne cerimonia durante la quale è stato conferito il Dottorato di ricerca honoris causa in Storia, disegno e restauro dell’architettura, al ticinese Mario Botta, uno dei più noti e influenti architetti contemporanei.
Botta, all’età di 80 anni, con il suo percorso e le sue opere, ha lasciato una traccia importante nella storia e nell’evoluzione della progettazione architettonica che abbraccia parte del XX secolo e l’inizio del XXI secolo. Alla base della sua idea di progetto c’è un concetto preciso espresso in una sua frase ricorrente:”La natura deve essere parte dell’architettura così come l’architettura deve essere parte della natura”.
Durante la sua carriera basata sulla ricerca continua, ha collaborato con maestri del calibro di Le Corbusier, con cui condivide il rapporto intrinseco architettura-natura e i principi del razionalismo architettonico. Gli ingredienti principali delle sue opere sono il cemento grezzo e la luce intesa come elemento naturale e principio generatore degli spazi.
Secondo Botta, “Costruire è di per sé un atto sacro, è un’azione che trasforma una condizione di natura in una condizione di cultura; la storia dell’architettura è la storia di queste trasformazioni. Il bisogno che spinge l’uomo a confrontarsi con la dimensione dell’infinito è una necessità primordiale nella ricerca della bellezza che sempre ha accompagnato l’uomo nella costruzione del proprio spazio di vita”.

Le sue opere sono case private, uffici, musei e gallerie. Questi spazi che progettò a partire dagli albori della sua carriera iniziata negli anni settanta, sono davvero tanti. Per citarne solo alcuni la Casa della cultura dedicata ad André Malraux, realizzata a Chambéry (1984-1987), cui si aggiungono opere come la Maison du Livre de l’Image et du Son a Villeurbanne (1984-1988), la chiesa di San Giovanni Battista a Mogno sulle Alpi, (1986-1996), la Galleria d’Arte Watari-um, a Tokyo (1985-1990) e negli USA il MoMA di San Francisco (1989-1995).
Nella storia dei suoi progetti vi sono altre chiese di culto come quelle in Italia a Pordenone, la Cattedrale di Evry (1988-1995), la basilica di Santa Maria degli Angeli sul Monte Tamaro (1990-1996) e la Sinagoga Cymbalista a Tel Aviv (1996-1998). Il suo ultimo progetto che sarà operativo nel 2024 è il nuovo edificio-torre per il Teatro alla Scala di Milano.