Napoleone innamorato. Tanto da farsi dire da lei “senza di me sei una nullità”, tanto da tornare dalla campagna d’Egitto in preda alla più cruenta gelosia perché lei gli mette allegramente le corna. Soggiogato dalla moglie come lo era stato dalla madre. “Portala a mamma” dice al fratello consegnandogli la palla di cannone entrata nel petto del suo cavallo durante l’attacco a Tolone che lo consacrerà generale, “dobbiamo rendere orgogliosa mamma” è il suo mantra da giovane. Ma anche Napoleone insicuro che scappa per riparare fra le armi dei suoi soldati e da loro farsi difendere durante il colpo di stato che lo renderà console. Che fa l’amore come un animale e come tale mangia costolette. Un ritratto psicologico completo e complesso: il Napoleon di Ridley Scott non si limita a questo.

L’85enne regista inglese, che ha dato al cinema film epici come Il gladiatore, Le crociate, Robin Hood, che ha realizzato scene d’azione pazzesche in Black hawk down e tanti altri, non poteva limitarsi a darci una interpretazione intimistica del self made man che dalla Corsica è arrivato a Parigi e si è incoronato imperatore. Il Napoleon di Ridley Scott è grandioso, epico, pirotecnico, una scena a effetto dopo l’altra, che siano sul campo di battaglia o nella piazza, dove Maria Antonietta viene ghigliottinata fra il ludibrio della folla.
Battaglie ne ha fatte 61, ci dicono i titoli di coda, Ridley Scott ce ne fa vedere 6, e sono tutte spettacolari. Migliaia di comparse vere e generate dal computer, che saltano in aria sulle palle di cannone, che vengono infilzate dalle baionette, disarcionate dai cavalli, che sprofondano nel ghiaccio che si spalanca sul lago sottozero di Austerlitz con un profluvio di sangue brandelli armi armature bestie corpi. E ancora: l’avanzare ordinato delle fanterie che si ricompongono via via che gli uomini cadono, l’incalzare potente della cavalleria, le scariche dei cannoni che rinculano, le baionette che squartano.
Napoleone guarda tutto dall’alto, non traspare nulla dal suo volto, piccoli gesti per comunicare gli ordini. Nelle sue campagne belliche sono morti 3 milioni di soldati, ci ricordano i titoli di coda, come a dare un senso alla storia fin lì raccontata, all’interpretazione del personaggio. Ma il film non sembra voler condannare l’inanità delle sue battaglie quanto glorificare la strategia di quelle vinte. E mostrarle in tutta la loro spettacolarità.
Napoleon si apre con la battaglia di Tolone del 1793 dove il maggiore Bonaparte allora 24enne riesce a rompere l’assedio inglese sulla città, prosegue con la caduta di Robespierre, la fine del regno del terrore, la conquista d’Egitto, il colpo di stato del 1799, l’incoronazione di Napoleone del 1804, la battaglia di Austerlitz, il fallito tentativo di pace con l’Inghilterra e di alleanza con Austria e Prussia, la fallimentare campagna di Russia, l’esilio all’isola d’Elba, il ritorno in Francia, la sconfitta finale a Waterloo fino all’esilio definitivo a Sant’Elena.
Joaquin Phoenix è un Napoleone introverso e bestiale, ambizioso e bisognoso di sostegno femminile, sicuramente diverso dal condottiero potente tramandato fin qui; Vanessa Kirby una Josephine de Beauharnais, incredibilmente seduttiva e bellissima. Intorno a lei ruota la vita dell’imperatore, e l’azione del film.

Scritto da David Scarpa, il film presenta delle discrepanze storiche (Maria Antonietta alla ghigliottina aveva i capelli corti, Napoleone non era in piazza ad assistere e non ha fatto certo sparare alle piramidi) ma lo scopo di sceneggiatore e regista in Napoleon non è insegnarci la storia. Piuttosto intrattenere il pubblico per due ore e mezza con un film grandioso e tecnicamente impressionante. 14 cineprese in azione contemporaneamente, per filmare le scene di battaglia da tutte le angolature, un lavoro di montaggio pazzesco ed effetti ottenuti anche grazie all’Intelligenza artificiale, il film è costato quasi 200milioni di dollari. Ridley Scott è un maestro di questo tipo di film, ha 85 anni, una carriera incredibile alle spalle: dopo tre nominations come migliore regista ( Sopravvissuto-The Martian nel 2015, Thelma e Louise 1991 e Il gladiatore 2000) e nessuna statuetta, forse stavolta la Academy si accorgerà di lui.
Cast: Joaquin Phoenix, Vanessa Kirby, Tahar Rahim, Mark Bonnar, Rupert Everett, Youssef Kerkour, Ian McNeice, Ben Miles, Paul Rhys, Ludivine Sagnier, Edouard Philipponnat, Matthew Needham
musica: Martin Phipps fotografia: Dariusz Wolski.