Fino al 4 febbraio i due capolavori che quasi 500 anni fa si guardavano nella magione di Taddeo Contarini a Venezia sono in mostra a New York:Bellini and Giorgione in the House of Taddeo Contarini è alla sede temporanea della Frick Collection, 945 Madison Avenue (la sede storica è ancora chiusa per ristrutturazione). “Solo qui poteva succedere” spiega Xavier Salomon, curatore della mostra e vicedirettore della Frick. Il grande San Francesco nel deserto di Giovanni Bellini, 1480 circa, appartiene alla Frick Collection da cent’anni anzi “è un po’ la nostra Gioconda, ed è troppo fragile per viaggiare” dice Salomon.
I tre filosofi di Giorgione, altro capolavoro dell’arte veneziana (datato attorno al 1508) è arrivato invece dal Kunsthistorisches Museum di Vienna. “Appena trasferiti nella sede temporanea, guardando la parete vuota di fronte al Bellini ho pensato, sarebbe bellissimo se potessimo riunirli”: così Salomon ha intavolato fruttuose trattative con Vienna. Protagonista dell’esposizione però è anche la figura dell’uomo che li aveva appesi in casa propria: Taddeo Contarini.

Salomon ha fatto lunghe ricerche su questo nobile mercante veneziano, “di cui non si sa molto, ma divenne ricchissimo come armatore, ebbe navi che forse portarono pellegrini in Terra Santa; soprattutto però aveva vari negozi di macelleria”. Ma gusti raffinati: sposato con una nobile Vendramini, sappiamo che possedeva una decina di preziosi quadri da Marcantonio Michiel, collezionista che stilò vari importantissimi cataloghi dell’arte veneziana.
“Nel 1526 Michiel segnala questi due quadri nella casa del mercante. Il San Francesco di Bellini fu certamente acquisito, ma i Tre filosofi forse fu commissionato da Contarini”, che aveva interessi in campo alchemico ed esoterico: il soggetto del quadro è stato anche descritto come I tre Magi in viaggio verso Betlemme. “Forse apparteneva invece a una chiesa, o un convento”. Molti degli altri quadri sono andati perduti.

Incerta è la stessa collocazione di casa Contarini, anche se Salomon ipotizza che fosse nella parrocchia di Santa Fosca, accanto a palazzo Vendramini, dove peraltro all’epoca era esposto La tempesta di Giorgione, oggi alle Gallerie dell’Accademia. “Sappiamo che tre generazioni di Contarini vissero in quella casa, poi la collezione fu divisa. La tela di Giorgione era ancora a Venezia nel 17esimo secolo”, poi fu acquistata da Leopoldo Guglielmo d’Austria e seguì le sorti delle raccolte asburgiche, fino a Vienna. “La tela di Bellini andò a Parigi, poi a Londra finché non fu acquisita da Henry Clay Frick”.
“La questione irrisolta” dice Salomon “è se Giorgione abbia dipinto i suoi Tre filosofi in risposta alla tela di Bellini. È possibile: hanno le stesse dimensioni, e guardando il paesaggio ci sono alcuni dettagli molto simili che mi fanno pensare che quantomeno conoscesse il San Francesco”.

La mostra è stata organizzata anche con il contributo del Consolato Generale d’Italia a New York. “Siamo particolarmente lieti che la Frick Madison abbia deciso di dedicare all’Italia e a due grandi pittori del Rinascimento italiano l’ultima mostra nella sua sede di Madison Ave. È per noi un grande onore essere stati coinvolti in questo progetto reso possible dallo straordinario impegno di Xavier F. Salomon, vicedirettore e capo curatore Peter Jay Sharp” dice il Console Generale, Fabrizio Di Michele.
Ben nota ai newyorchesi, meno ai turisti, la Frick Collection è uno dei più affascinanti lasciti al mondo di un collezionista privato: l’industriale Henry Clay Frick (1849-1919) avviò una raccolta che con gusto infallibile riunì, nella casa che si fece costruire sulla Quinta Strada, capolavori dal Rinascimento al XIX secolo, da Piero della Francesca a Ingres passando per Rembrandt, El Greco, Holstein, Vermeer, Fragonard, Goya – per citarne solo alcuni. Dai suoi tempi la collezione è raddoppiata, con acquisizioni della famiglia e poi del museo: ma una cosa è rimasta uguale: sono quadri “piacevoli da guardare e da vivere. Voleva poterli contemplare, magari la mattina presto o la sera” ricorda Salomon.