Con la sua autobiografia, Barbra Streisand – che ha compiuto 81 anni in aprile – celebra 60 anni di carriera e la storia della sua vita. My name is Barbra, pubblicato il 7 novembre dalla casa editrice Viking dopo ben 25 anni di lavoro editoriale, raccoglie molti aneddoti e vicissitudini lavorative, artistiche, storie d’amore, e riflessioni dell’artista, in quasi mille pagine. “Voglio che si sappia la verità e questo libro è la mia eredità”, ha detto l’artista in un’intervista alla CBS.

Cresciuta a Brooklyn, inizia la sua carriera artistica da giovanissima: a soli 19 anni ebbe il primo contratto alla Columbia Records grazie a un manager che notò la sua voce durante una serata al Bon Soir, un locale nel Village. Da quel momento iniziò la sua scalata artistica che la portò a affermarsi sempre di più come raffinata cantante, attrice versatile e regista. Il suo esordio alla regia con Yentl del 1983 fu il primo film della storia di Hollywood con una donna sceneggiatrice, produttrice, regista e interprete. Una carriera costellatada 250 milioni di dischi venduti, 10 Grammy, cinque Emmy un Tony Award e due Oscar.
Nel libro il tema del rapporto uomo-donna sia dal punto di vista sentimentale che della carriera, è centrale, così come le storie sulle discriminazioni contro le donne a Hollywood.
“Un uomo è forte, una donna è arrivista. Lui mostra leadership, lei spadroneggia. Se lui recita, produce e dirige è definito un talento dalle molte facce, lei è semplicemente vanitosa ed egoista” – scrive Streisand a proposito della sua esperienza nel mondo dell’industria cinematografica.
Oltre alla relazione difficile con la madre e alla sofferenza e alla rabbia di non aver conosciuto il padre – morto prematuramente quando Streisand aveva meno di un anno – il libro si sofferma sulle relazioni dell’artista con gli uomini della sua vita. Con il premier canadese Pierre Trudeau, gli attori Don Johnson e Ryan O’Neal e la star del tennis Andre Agassi, fino all’attuale marito Josh Brolin. Barbra Streisan in un primo momento avrebbe preferito evitare di raccontare alcuni particolari aneddoti della sua storia intima e personale, ma l’editore avrebbe insistito per inserire anche testimonianze dirette sulla sua vita privata.