Blaga ha gli occhi profondi e tristi, il viso scavato, i capelli raccolti. E’ una ex insegnante di settant’anni rimasta vedova da poco, con pochi contatti con il figlio emigrato in America, una lezione privata, ed una vita solitaria in un desolante appartamento a Shumen. La sua unica preoccupazione ora è seppellire dignitosamente il marito. Per lui intende acquistare una tomba perpetua, con il piccolo capitale messo da parte in una vita di sacrifici, che tiene nascosto in casa non fidandosi delle banche. Ma ad un certo punto le rubano tutto, con una di quelle truffe agli anziani ai quali l’occidente è ormai tristemente abituato. A poco servono le denunce alla polizia, anzi, diventerà lo zimbello della cittadina per la sua dabbenaggine. Senza soldi e senza nessuno che glieli presti troverà altrimenti le risorse per il progetto cimiteriale al quale non vuole testardamente rinunciare. Questa la trama di “Blaga’s Lessons”, film di denuncia sociale potente che non permette salvezza, con momenti di umorismo nero e una tensione costante quasi da thriller.
Eli Skorcheva, celebre attrice bulgara tornata sugli schermi dopo trent’anni di assenza, premiata migliore attrice al Festival di Karlovy Vary, regge tutto il film con il suo viso ermetico e dolente, con lo sguardo a volte rabbioso altre disperatamente folle. Stephan Komandarev, già candidato all’Oscar nel 2008 con “The World is Big and Salvation Lurks Around the Corner”, è il regista e sceneggiatore. “Blaga’s Lessons”, gran premio della giuria al Rome Film Fest, miglior film al festival di Karlovy Vary, è la conclusione della sua trilogia sull’ingiustizia sociale seguita al crollo del comunismo che era iniziata nel 2017 con “Directions” seguito da “Rounds” del 2019.

“Abbiamo rimpiazzato una religione con un’altra” spiega il regista, intendendo come prima religione il comunismo e seconda il capitalismo. Blaga è una vittima dell’economia di mercato, come viene chiamata spesso nel film, un danno collaterale. “L’avvento del capitalismo in Bulgaria ha significato che un terzo della popolazione è emigrata in cerca di fortuna, sono rimasti gli anziani e sono spesso vittime dei truffatori” ha aggiunto. Insieme al suo co-sceneggiatore Simeon Ventsislavov, Komandarev ha intervistato alcuni dei professionisti della truffa per capirne meglio i meccanismi. Per scoprire poi, con suo grande rammarico, quando ha iniziato a portare il film in giro nei festival europei, che il tema è universale, nella nostra società capitalista gli anziani vengono truffati regolarmente. Il film è stato candidato dalla Bulgaria agli Oscar per la categoria di migliore film straniero, il regista sta già preparando un nuovo progetto, sempre di critica sociale, dal titolo “Made in EU”.