In occasione della mostra personale intitolata Yayoi Kusama: Infinite Love, curata dal SfMoMA, dal 14 ottobre al 7 settembre 2024, l’artista 94enne ha chiesto scusa pubblicamente per aver espresso più di una volta in passato argomentazioni razziste nei confronti degli afroamericani, in cui li descriveva come “esseri primitivi e ipersessualizzati”. Le sue parole, legate a racconti autobiografici come quelli vissuti nel quartiere di Greenwich Village a New York dove aveva abitato da giovane, hanno rischiato, in un primo momento, di compromettere l’esito della mostra.
Per questo motivo le scuse pubbliche dell’artista sono state diffuse dal SfMoMA e rilanciate anche dal San Francisco Chronicle. “Il mio messaggio è sempre stato all’insegna dell’amore, della speranza, della compassione e del rispetto per tutte le persone – si legge nel messaggio di Kusama. – Il mio obiettivo nella vita è sempre stato quello di elevare la gente attraverso l’arte. Mi spiace per il dolore che ho provocato”, ha dichiarato l’artista.
Nell’edizione originale della sua biografia, Kusama parlava di quello che accadeva nel quartiere e di come gli afroamericani “si sparavano l’un l’altro e i senzatetto dormivano in strada”. Queste frasi, cancellate dall’edizione inglese pubblicata nel 2011, sono state rintracciate dal giornalista e documentarista Dexter Thomas all’inizio di quest’anno, per il sito Hyperallergic, provocando forte indignazione nella comunità afroamericana di San Francisco.
Inoltre, in un altro racconto scritto dall’artista, intitolato The Hustler’s Grotto of Christopher Street del 1984 e riportato all’attenzione sempre da Thomas, gli afroamericani venivano rappresentati in maniera grottesca e voyeuristica, soffermandosi su elementi particolari, come gli odori e i genitali. Anche nell’edizione originale giapponese del 2003 di Infinity Net, spiega il giornalista dopo averla letta conoscendo bene la lingua, Kusama parla di “tecniche sessuali animalistiche” praticate dagli afroamericani.
A questo proposito, in una dichiarazione a Hyperallergic, Chris Bedford, direttore del SfMoMA ha detto che il museo è decisamente contrario alle posizioni razziste di Kusama e di chiunque altro annunciando che il prossimo anno verrà organizzato un panel per discutere le sue controverse affermazioni.
L’artista giapponese, che dagli anni Settanta vive in un ospedale psichiatrico, continua a essere una delle più apprezzate del momento, con le sue opere visionarie caratterizzate dal forte impatto emotivo, tanto che tutti i biglietti della mostra sono andati già sold out fino alla fine di novembre, . Le sue enormi zucche, i suoi pois e le disorientanti Infinity Room, che si ispirano ad allucinazioni e ricordi d’infanzia traumatici, continuano ad attirare migliaia di visitatori affascinati dal suo mondo.
Intanto, il SfMoMA – di recente al centro delle polemiche per aver alzato il prezzo di ingresso a 30 dollari – sta valutando il modo più adatto per gestire e presentare le opere di artisti che, come Kusama, sono contemporaneamente visionari, perché dotati di grande sensibilità, e problematici.