“Sentivo solo il rumore del fuoco”. Una delle frase sul monumento che da oggi a New York ricorda l’incendio del 1911 alla Triangle Shirtwaist Factory, un pezzo importante di storia sindacale, una tragedia simbolica per i migranti negli Stati Uniti. Era il 25 marzo 1911, in fabbrica a cucire camicie c’erano per lo più ragazze: morirono in 146, di cui 123 giovani donne, quasi tutte immigrate italiane ed ebree. Le due più giovani avevano 14 anni: Kate Leone e Rosaria “Sara” Maltese, sbarcata in terra americana appena quattro anni prima.
Ci sono anche tutti i loro nomi sul memoriale inaugurato all’angolo fra Greene Street e Washington Place, proprio sul palazzo che ospitava la fabbrica ed è ancora in piedi. Una lista ricostruita appositamente per il memoriale, includendo i nomi dei certificati di nascita italiani e la documentazione fornita dalla studiosa italiana Ester Rizzo Licata, che l’aveva usata per il suo libro Camicette bianche. Morirono per il fuoco o il fumo, alcune si salvarono buttandosi dalle finestre: le porte e gli accessi sulle scale erano chiusi a chiave, per impedire agli operai di prendersi pause non autorizzate. Le scale dei vigili del fuoco non arrivavano abbastanza in alto.

Sogni di vita nel nuovo mondo, lunghe ore di lavoro, la più grave tragedia della storia industriale di New York portò a nuove leggi sulla sicurezza aziendale e divenne un momento di svolta per il movimento sindacale nel settore. Ancora oggi, il memoriale, disegnato da Richard Joon Yoo e Uri Wegman, è uno dei pochi intitolati ai lavoratori.
La giornata ha rappresentato il compimento di dodici anni di lavoro da parte della Remember the Triangle of Fire Coalition, hanno ricordato gli oratori all’inaugurazione; fra di loro anche la governatrice dello Stato di New York, la democratica Kathy Hocul. “Che giornata straordinaria” ha detto Hocul. “Erano ragazzine. Erano venute qui a lavorare per il sogno americano. Sono morte perché nessuno aveva speso soldi per fornire loro uscite di sicurezza. Mai più!””. La governatrice ha colto l’occasione per tornare sulla richiesta della città alla Casa Bianca: fornire lavoro ai tanti migranti di oggi, in modo che possano mantenersi senza pesare sulle casse cittadine.

Presenti anche rappresentanti dei Vigili del Fuoco di New York per sottolineare quanto sia essenziale, per la sicurezza sul lavoro, avere regole precise e rispettate in materia di incendi. Cerimonia a cui hanno assistito i discendenti della vittime e molti lavoratori, con cartelli bilingue in spagnolo e inglese.
Dal podio ha parlato anche Lynn Fox, presidente internazionale della Workers United: “Questo evento è cruciale per il nostro sindacato, per le donne, per gli immigrati”, ha detto, ricordando che molte delle ragazze che morirono stavano cercando di organizzare i lavoratori nelle proteste del 1908. “Oggi il lavoro minorile è in aumento, soprattutto fra i migranti” ha detto Fox, stabilendo un ponte ideale fra quel giorno che sembra così lontano e le condizioni del lavoro odierno. “Speriamo che questo memoriale serva anche come strumento didattico per i diritti dei lavoratori, delle donne, dei migranti, per la necessità della sicurezza sul lavoro. Dobbiamo imparare dal passato se vogliamo modificare il futuro”.

“We did it”, ce l’abbiamo fatta, ha gridato Mary Anne Trasciatti, docente all’Università di Hofstra University, presidente della Remember the Triangle of Fire Coalition, figlia e nipote di lavoratrici nel settore tessile. “Non siamo ricchi né famosi, ma siamo coraggiosi e crediamo nel potere della solidarietà”. Questo, ha aggiunto, “è un memoriale che innesta la storia stessa dell’incendio nel palazzo stesso: la storia delle donne che lavorano, delle italiane e delle ebree, la storia di una tragedia ma anche di un cambiamento”.

Il Memoriale, che Lynne Foxe ha definito “una struttura semplice ed elegante”, si distende per i nove piani dell’edificio; racconta l’incendio nelle lingue delle vittime: inglese, italiano e yiddish.
La cerimonia è stata trasmessa in diretta da Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University, che due giorni fa ha aperto una mostra sul “Collective Ribbon”, il nastro composto da centinaia di pezzi di stoffa che racconta il Triangle Fire e i suoi protagonisti.