Non al Moma né al Met, neppure al Whitney. Una delle collezioni d’arte più ampie degli Stati Uniti è distribuita per gli ospedali di New York, a cui milioni di pazienti accedono ogni anno senza rendersi conto del valore inestimabile di certe chicche. Sono state contate 7452 opere sparpagliate su tutto il sistema sanitario pubblico dei cinque boroughs: un murale di Keith Haring al Woodhull Hospital di Brooklyn, un mosaico di piastrelle di ceramica di Helen Frankenthaler al North Central Bronx Hospital, alcuni Fiori di Any Warhol al Bellevue Hospital di Manhattan. E poi ancora litografie firmate Alexander Calder, Robert Rauschenberg e Lee Krasner e fotografie di Ansel Adams e James Van Der Zee.
Opere di questo genere e portata possono valere singolarmente milioni di dollari. Per esempio, considerando che nel 2019 uno dei murales di Keith Haring è stato venduto all’asta per oltre 3,8 milioni di dollari, quello del Woodhull Hospital di Brooklyn realizzato nel 1986 potrebbe valerne altrettanti. Se non di più.
Come questi lavori siano arrivati dentro agli ospedali newyorkesi è ancora un mistero. Il New York Times, che ne ha indagato l’origine, denota la totale assenza dei documenti relativi all’acquisto dei pezzi o, se esistono, sono spesso incompleti o sono stati ben nascosti negli archivi comunali. Senza contare che alcuni lavori sono stati commissionati negli anni Trenta sotto la Works Progress Administration, prevista nel New Deal di Roosevelt. Diversi artisti vennero reclutati, ma numerosi decisero di mettersi in gioco in modo gratuito per migliorare e decorare gli ambienti di cura in modo che i malati potessero distrarsi o accedere all’arte senza pagare.
Per mantenere queste opere, sparse su tutta l’area di New York, il dipartimento della città Health+Hospital ha approvato il programma Arts in Medicine nel 2018 che gestisce le donazioni da parte di privati. Lo scorso marzo è stato lanciato il progetto “Community Mural Project” che ha affidato a dieci artisti la manutenzione e ristrutturazione di alcuni dei lavori più rovinati dal tempo.