Dal mese di novembre la stanza segreta di Michelangelo sarà finalmente riaperta ai visitatori che potranno scoprire e ammirare alcuni dei disegni e schizzi eseguiti a carboncino dal grande artista.
Il piccolo ambiente, situato sotto al Museo delle Cappelle Medicee e a cui si accede dalla Sagrestia Nuova, è stato scoperto nel 1975 da Paolo Dal Poggetto durante un sopralluogo per interventi di restauro. Lo storico dell’arte notò che sotto lo strato di intonaco si celavano bellissimi disegni in cui si possono ritrovare alcune figure riconducibili a quelle della volta della Cappella Sistina, e altre a studi sul David.
Fu proprio Del Poggetto, allora direttore del museo, a supervisionare il meticoloso lavoro di rimozione e pulitura eseguito alcune settimane dopo la scoperta, da un team specializzato che ha riportato alla luce le opere.

In questi anni si è svolto un dibattito tra studiosi ed esperti di arte che hanno valutato ed effettuato varie analisi formali e storiche sulle raffigurazioni della stanza segreta. Il punto di partenza delle indagini ha riguardato il contesto storico per cui nel 1530, il celebre artista si sarebbe rifugiato sotto le Cappelle medicee per sfuggire alla vendetta dei Medici in seguito alla rivolta popolare appoggiata dal Buonarroti che parteggiava per la Repubblica. Secondo gli studiosi, sulle pareti del suo “nascondiglio” avrebbe realizzato i disegni rimasti inediti per secoli.
La storica dell’arte Monica Bietti che ha condotto studi approfonditi sulla stanza, ha ipotizzato che Michelangelo abbia trascorso il suo periodo di prigionia per riflettere sulla sua vita e sulla sua arte. I disegni sulle pareti rappresentano infatti sia opere che intendeva concludere, sia capolavori già completati anni prima, come un dettaglio del David (terminato nel 1504) o alcune figure della volta della Cappella Sistina (inaugurata nel 1512), spiega Bietti.
William Wallace, esperto di Michelangelo e docente della Washington University di Saint Louis, negli Stati Uniti, non è convinto della tesi per cui l’artista abbia deciso di nascondersi in quella stanza: essendo un personaggio di spicco della società dell’epoca, non avrebbe avuto difficoltà a rifugiarsi dai suoi alleati, piuttosto che rinchiudersi in un luogo così angusto. Wallace pensa che solo alcuni di quei disegni possano essere attribuiti a Michelangelo e che gli altri siano invece esercitazioni dei suoi allievi eseguite probabilmente durante le pause di lavoro. Ovviamente questo non toglie valore all’importanza della scoperta, specifica l’esperto.
Grazie ai lavori di adeguamento del museo delle Cappelle Medicee, al nuovo percorso di uscita e alla messa in sicurezza di questo antico luogo, sarà possibile partecipare a visite concordate che per ragioni di tutela, saranno programmate a piccoli gruppi.