In occasione del progetto internazionale “Picasso Celebrazioni 1973-2023: 50 mostre ed eventi per celebrare Picasso” nel cinquantenario della sua morte, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha esposto quarantatré lavori del “secondo periodo classico” del grande artista che sono stati messi a confronto con le sculture della Collezione Farnese e i dipinti provenienti da Ercolano e Pompei, opere alle quali il maestro si era ispirato durante i soggiorni a Napoli nel 1917.
La mostra, intitolata “Picasso e l’Antico” che doveva concludersi il 27 agosto, ha riscosso enorme successo, ed è per questo che Paolo Giulierini, direttore del museo, ha deciso di prorogarla fino al 2 ottobre.
”Siamo davvero felici nell’annunciare la proroga di Picasso e l’Antico – dice Giulierini. – Una mostra possibile solo al MANN, dialogo tra i capolavori del mondo classico e le opere del genio spagnolo che ne fu influenzato nella sua visita del 1917”.
L’esposizione, curata da Clemente Marconi e allestita nelle sale della Collezione Farnese, racconta attraverso il confronto diretto con le opere antiche come queste ultime abbiano avuto particolare rilevanza nella produzione artistica del “secondo periodo classico” di Picasso che assume tratti stilistici e forme volutamente classicizzanti, rintracciabili nella maggioranza dei disegni e dei dipinti non cubisti prodotti nell’arco degli anni che vanno dal 1917 al 1925 e nell’opera grafica degli anni ’30.
Le opere esposte alla mostra provengono dal British Museum di Londra che ha prestato le tavole della Suite Vollard, dal Musèe national Picasso-Paris e dalla Gagosian Gallery di New York.