Da trent’anni Bernard Hiller lavora con chi vuole dare una forma concreta al proprio talento. Nato in Argentina, cresciuto negli Stati Uniti, ha fatto del teatro e del cinema il suo campo d’azione.
Il suo nuovo libro, Siamo tutti nati per il successo, uscirà il 23 aprile per La Valle del Tempo, non è un manuale né un catalogo di buoni consigli. È piuttosto una difesa ostinata di un’idea semplice: che il talento, senza la capacità di esporsi, resta muto. “Nel set della vita”, dice, “la verità emotiva è l’arma più potente”.

Il suo percorso parte da quel terreno fragile che di solito si evita. “La vulnerabilità è la nostra forza più grande”, racconta. “Essere aperti significa essere vivi. Chi si chiude lascia fuori le opportunità”. Anche la paura, dice, ha la sua parte: “È un istinto antico, ci ha salvato milioni di anni fa. Ma oggi, per crescere, bisogna imparare a passarci attraverso. Solo affrontando quello che ci spaventa si costruisce la fiducia”.
Non è un discorso riservato agli attori e alle attrici. Sempre più spesso nelle sue classi si siedono manager, imprenditori e imprenditrici, persone che cercano qualcosa che va oltre la tecnica: una connessione più onesta con quello che sono. “Non tutto quello che desideriamo nasce davvero da noi”, avverte. “La mente mente”, avverte Hiller. “Per sapere cosa sei nato per fare, devi ascoltare il cuore. Quando segui il flow, tutto si allinea: il lavoro, la vita, la felicità”.
A chi teme che il desiderio possa trasformarsi in un’ossessione pericolosa, Hiller risponde con una semplicità disarmante: “Vuol dire che hai trovato la direzione giusta. L’importante è nutrirlo con entusiasmo, non con il dubbio o con la sfiducia”.Il 30 aprile Bernard Hiller sarà a Roma, ospite del centro culturale The Cineclub. Parlerà di quello che ha imparato a Broadway, a Hollywood, nei suoi corsi. Racconterà quello che ha visto accadere, prima sui palcoscenici di Broadway, poi nei corsi che tiene tra Los Angeles e Londra, in aule dove si impara prima di tutto a reggere lo sguardo degli altri — e il proprio.