Napoleone, figura del mito, ancora protagonista delle cronache: esce nelle sale il 22 novembre (il 23 in Italia) il nuovo film di Ridley Scott Napoleon, protagonista Joaquin Phoenix, e il regista 85enne ne parla in una intervista al New Yorker. Qualcuno si lamenta perché il film presenta alcune inesattezze storiche? “Si facciano una vita” risponde laconico Scott.
Per esempio, Maria Antonietta aveva i capelli cortissimi quando salì sulla ghigliottina, mentre il trailer del film mostra la regina con lunghi riccioli; né l’imperatore bombardò mai le Piramidi, protestano i puristi. D’altronde Ridley Scott ha impiegato cinque giorni a girare la battaglia di Waterloo. Ma chi vuole conoscere la verità storica, ha detto il protagonista Joaquin Phoenix alla rivista Empire “probabilmente farebbe bene a mettersi sui libri; questo film è Napoleone attraverso gli occhi di Ridley”.
Fascinazione per l’uomo del destino: anche Stanley Kubrick avrebbe voluto girare un film sull’uomo che conquistò l’Europa trasformando la Francia della Rivoluzione in un impero – ma laico e per molti versi progressista. A Ridley Scott la sceneggiatura di Kubrick pare non sia piaciuta molto: raccontava la vita di Bonaparte dalla nascita alla morte mentre questo film – scritto da David Scarpa – si concentra sugli anni del matrimonio dell’imperatore con Joséphine de Beauharnais (Vanessa Kirby).
Sempre a Napoleone era dedicato un cult del cinema francese muto, il capolavoro di Abel Gance uscito nel lontano 1927 – praticamente un secolo fa. Evidentemente l’imperatore attira ancora, se a Parigi va all’asta un suo rarissimo bicorno che potrebbe raccogliere 800mila euro.
Joaquin Phoenix da parte sua aveva qualche dubbio. “A due settimane dall’inizio delle riprese” ha raccontato Scott a Empire, “arriva e mi dice ‘Non so cosa fare’. ‘Come?’ faccio io. ‘Non so cosa fare’. Oh Dio. Gli ho detto ‘vieni qui, siediti’. Abbiamo discusso tutto il giorno per dieci giorni, scena per scena, dettaglio per dettaglio, per aiutarlo a mettere a fuoco Bonaparte. Ho dovuto rispettarlo perché le cose che dicevamo erano enormemente costruttive. Siamo tutti diventati migliori”.
Indiscrezioni dal set a parte, la grande domanda è se con questo film Ridley Scott otterrà finalmente l’Oscar: tre volte nominato come miglior regista, per Sopravvissuto-The Martian (2015), Thelma e Louise (1991) e Il gladiatore (2000), non ha mai vinto, anche quando il terzo di questi blockbuster ottenne la statuetta come miglior film (mentre un altro cult come Blade Runner del 1982 ottenne solo due candidature per categorie minori). “Non ho ancora un Oscar” ha ribadito Scott al New Yorker. “E se mai ne otterrò uno, dirò ‘beh, era ora!’”