Maestro, il film su Leonard Bernstein, sarà disponibile in dicembre; ma a tenere banco per ora non è il ricordo del musicista, direttore, grande divulgatore padre di West Side Story, bensì la polemica contro Bradley Cooper – regista e attore protagonista – e la protesi al naso che gli è stata applicata per recitare il ruolo. Il Lenny Bernstein di Cooper ha in effetti un naso pronunciato – non imponente come quello di un novello Cyrano, ma sufficiente a richiamare tutti gli stereotipi sugli ebrei dal nasone ad uncino (diventati paradigmatici degli strozzini). Bradley Cooper ebreo non è: non poteva, dicono le voci polemiche su tutti i giornali anglosassoni, rintracciare un attore ebreo per interpretare il geniale musicista, figlio di polacchi emigrati in America?
A molti parrà eccessivo chiedere che per interpretare un ebreo si usi un attore ebreo (o, mutatis mutandis, che si richieda un attore nero per fare Otello o una cantante nera per Aida); ma per comprendere l’indignazione bisogna leggere il contesto di una profonda ferita culturale, la ridicolizzazione di ebrei (e neri) nei vaudeville americani del secolo XIX, sintomatica del razzismo della società americana. Blackface erano detti gli spettacoli dove un bianco si dipingeva la faccia di nero; gli Yellowface prendevano in giro i cinesi; gli Jewface mettevano in scena attori ‘gentili’ con nasi finti, lunghe barbe e abiti laceri che parlavano con accento yiddish. Questi spettacoli divennero popolari fra gli immigrati ebrei dall’est Europa, tanto che presto cominciarono a metterseli in scena da soli; ma giocarono un ruolo significativo nella nascita di pregiudizi antisemiti.
Che oggi si ricorra ancora a una protesi per rappresentare un ebreo insomma richiama pessimi ricordi, anche se il film conta fra i produttori Steven Spielberg che certo non può essere accusato di antisemitismo. Per esempio, l’attrice inglese Tracy-Ann Oberman ha scritto un post commosso per spiegare le sue reazioni alla notizia: “Tutti gli attori dovrebbero saper recitare tutte le parti, ma viviamo in tempi di enorme sensibilità e dibattito di fronte alle rappresentazioni di etnie e minoranze. Se Bradley Cooper viene scelto per il ruolo invece di un attore ebreo, allora che la sua recitazione sia così magnifica da dare corpo a Bernstein con la sua faccia com’è”. Facendo un paragone con Oppenheimer, il film sulla storia del fisico cruciale per la bomba atomica, aggiunge: “Cillian (Murphy) ha potuto interpretare quel ruolo perché somiglia a Oppenheimer e ha trasmesso la potenza e l’ebraicità di quel ruolo con la sua bravura; e Tom Conti come Einstein non ha avuto bisogno di protesi”.
Maestro – che narra la turbolenta vita sentimentale di Bernstein, fra il sodalizio trentennale con la moglie Felicia Montealegre e le storie omosessuali – è comunque molto atteso; sarà anche in concorso al festival di Venezia (dove Cooper non andrà, in sostegno allo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood). Accanto all’attore c’è Carey Mulligan nel ruolo della moglie, Maya Hawke è la figlia Jamie; musiche di Gustav Mahler nella colonna sonora.