Ama definirsi artigiano Dante Mortet. Scultore, cesellatore, erede di una antica dinastia di creatori d’arte, lunga cinque generazioni. Nato a Roma, l’artista lavora nella bottega che fu del padre, al civico 18 di Via dei Portoghesi, nel pieno centro storico della Capitale, tra attrezzi antichi, bozzetti e odore di cera, la materia da cui sbocciano le sue opere. Divenuto famoso grazie al progetto Mano Artigiana – con cui immortala nel bronzo le mani di personaggi famosi – Dante è stato incaricato di realizzare l’effigie della Dea Roma ( statua posta al centro dell’Altare della Patria) quale premio NIAF (National Italian American Foundation) assegnato a tre italiani distintisi nell’ambito delle attività produttive. Le statuette saranno consegnate il 18 aprile, durante il Gala di metà anno a New York.
Raggiunto al telefono, Dante ci ha raccontato di quest’ultima opera, di Mano Artigiana e dell’omaggio che intende dedicare agli italiani nel mondo, partendo dalla Grande Mela. – “Sono onorato – dice subito – di affiancare un’istituzione importante come la fondazione Niaf, per cui da sempre provo profonda stima. Il presidente Robert Allegrini mi ha commissionato la Dea Roma con un’idea, raccogliere l’eredità dell’Italia intera”. – La statua – figura femminile ispirata a Atena, dea greca della Sapienza – campeggia al centro dell’Altare, l’area votiva dedicata alla Nazione.
Il premio ufficiale della foundation è la statuetta rappresentante Leonardo da Vinci, che continuerà ad essere assegnato durante la cerimonia annuale di ottobre che si tiene a Washington DC. – “Dopo l’imminente edizione di New York, la Dea Roma affiancherà quella primaria, come premio speciale, ancora da definirsi” – specifica Mortet.
Una riflessione sulle nostre mani ha condotto lo scultore ad un progetto, Mano Artigiana, che “esemplifica l’abilità e l’operosità dell’uomo” – ha detto Dante– “che tradotto significa conoscenza. Inoltre la mano rappresenta lo stile di vita italiano, che ci ha regalato il Made in Italy”. La prima opera à stata quella di suo padre, la mano che gli ha trasmesso il mestiere. Poi la commissione dell’attore Robert De Niro, di Martin Scorsese e della mano talentuosa del Maestro Ennio Morricone. Per Quentin Tarantino ha realizzato la prima scultura per il set di The Hateful Eight.
Un progetto senza tempo. -“Continuerò a realizzare le mani dei personaggi famosi che incontrerò nel corso degli anni. Da pochi giorni ho consegnato l’impronta di Dustin Hoffman e quella di Moishe Mana, il magnate immobiliare che ha trasformato Winwood, l’art district di Miami”.
Un programma che presto potrebbe riassumersi in un’unica grande mano, che Dante Mortet già scorge sotto il Brooklyn Bridge. “L’opera di Brooklyn sarà grande circa tre metri e avrà come titolo We come from there. Da New York indicherà l’Italia e sarà il simbolo delle mani dei nostri immigrati negli Stati Uniti che, con duro lavoro e passione, hanno riscattato la loro identità in una terra molto generosa. E ci ricorderà costantemente da dove veniamo”.