“Magica New York, è favolosa come gli angeli me l’avevano fatta immaginare”. Marco Urso è un signore siciliano “nicu nicu” (piccolo piccolo) e con gli occhiali spessi che parla strano perché ci sente poco o quasi niente dalla nascita. Da mezza vita, da quando si è svegliato da un coma e per la prima volta si è messo a dipingere, ha cambiato nome: ora si chiama Mark Art.
Dalla sua Favara, piccolo paese dell’agrigentino dove è nato 40 anni fa, passando per Palermo e poi per Roma, è arrivato a New York grazie alla sua vita d’artista che lui dice è tutta “ispirata” dagli angeli. Ma di quali angeli stiamo parlando? Quelli che starebbero in cielo? Chissà, di sicuro quelli che abitano nei sogni di Mark Art. Da quando lui, in coma in un ospedale dopo un infarto causato dal sovrappeso, si è risvegliato raccontando a medici e familiari dell’angelo “Matteo” che lo avrebbe convinto a prendere in mano il pennello. Si sentiva ormai “quasi morto”, ma quell’angelo gli aveva detto che la sua nuova vita sarebbe iniziata allora e sarebbe stata piena di colori.
Marco lo incontro a New York per la prima volta due mesi fa, dopo che un amico comune ci ha messo in contatto. Mi viene a trovare in ufficio e mi porta un libro da poco pubblicato da Zolfo editore, che racconta la sua vita (L’arte della salvezza. Storia favolosa di Marck Art scritto dal giornalista Carmelo Sardo). Ci siamo conosciuti da pochi minuti, mi abbraccia e dice: “Magico amico mio”. Mi guarda sorridente con gli occhi che girano, come se avessi qualcosa che mi svolazza intorno. Angeli io non ne vedo, ma un giovane che accompagna Marck, così biondo e celestiale, effettivamente lo sembra, anche per come parla. Si chiama Antonino Grisafi, si presenta come il manager di Marck Art, e parla e spiega meglio quello che all’artista, quando si esprime, esce un po’ troppo colorito. Marck, spiega Antonino, è ora a New York perché i suoi “angeli” gli hanno detto che adesso lui ha bisogno di restar qui per creare arte. Quindi ci vorrebbe, per iniziare e presentarsi a New York, una mostra. Io sono solo un giornalista e non un gallerista, gli dico, però posso garantire che sicuramente la sua storia, quando troverà dove mettere in mostra i suoi quadri a New York, un articolo eccome se la vale.
Marco sorride, traspira affetto e riconoscenza dopo aver visitato con stupore il Palazzo di Vetro dell’ONU insieme all’amico-angelo custode Antonino, anche lui artista, fino a poco tempo fa attore. Marck mi abbraccia forte e sicuro dice: “Allora ci vedremo presto qui a New York”.

Non passano neanche un paio di settimane, e ad una cena di gala, poco prima del Natale, incontro il direttore dell’Istituto di Cultura di New York, il Prof. Fabio Finotti. Prima che potessi dire qualcosa, il professore mi anticipa e dice: “Caro Stefano, farò presto una mostra con un artista siciliano eccezionale, si chiama Marck Art, ha veramente una storia incredibile”.
Marck è tornato a New York da due settimane, è in uno studio a Queens, dipinge senza sosta, sta preparando la mostra. “I colori hanno un impatto potente nei bambini con la sindrome down, voglio farli felici comunicando con il rosso, il verde, il giallo…”. Ma Marck, non hai portato i quadri dalla Sicilia? “No, la mostra la faccio con i quadri ispirati da New York. Ho lavorato senza fermarmi per giorni, ora sono pronti”.

Marco Urso, come si legge nel bellissimo libro a lui dedicato da Carmelo Sardo, ha avuto una infanzia difficilissima. Nel suo piccolo paese veniva preso di mira dai bulli a scuola, “scimunito” gli gridavano, perché nessuno si era accorto che le sue difficoltà di linguaggio erano dovute alla sordità che persino i parenti ignoravano. Grazie alla sensibilità della amatissima nonna, Marck uscì finalmente dal suo isolamento scoprendo la musica, arrivando a frequentare anche il conservatorio a Palermo. Ma quando finisce all’ospedale per il suo sovrappeso e poi in coma, ecco che “gli angeli” gli appaiono indicandogli la strada per poter esprimere tutto il suo talento d’artista: la pittura.
All’Istituto Italiano di Cultura di Park Avenue, mercoledì si apre la mostra di Marck Art, che ormai in Italia è un artista affermato, con famiglie facoltose e anche nobili che collezionano i suoi quadri, “vistati” pure dal critico d’arte Vittorio Sgarbi. Il vice ministro della cultura, infatti, presenterà via video la sua mostra che si tiene a Manhattan.
La favola di Marck Art, il pittore scoperto e fatto felice dagli angeli nel 2006, è arrivata anche a New York.