Nel giorno di Halloween, Il Graduate Center della City University of New York ha offerto alla sua città un evento eccezionale per la serata di apertura della seconda edizione dell’Academic Festival IC-CUNY (Italian Cinema CUNY): l’università ha presentato una master class intitolata The Crafts of Cinema (I mestieri del cinema), portando sul palcoscenico pluripremiati costumisti italiani e americani di grande fama. L’evento è il frutto di una collaborazione senza precedenti tra il mondo universitario e l’Accademia del Cinema Italiano.
La Professoressa Eugenia Paulicelli, Fondatrice e Direttrice di IC-CUNY, un progetto educativo creato per promuovere il cinema italiano e per approfondire il dialogo tra la cultura italiana e quella americana, insieme a Massimo Mascolo, Consulente del premio David di Donatello e Direttore Associato di IC-CUNY 2019, ha portato sul palco celebri ospiti tra cui Ann Roth, vincitrice del premio Oscar e del premio Tony (Un uomo da marciapiede, Hair, Il talento di Mr. Ripley, Il paziente inglese, Mamma mia, The Hours, Julie&Julia, Angels in America, e Ritorno a Cold Mountain); Carlo Poggioli, candidato agli Emmy e ai David di Donatello (assistente designer su film quali Il nome della rosa, La voce della luna, L’età dell’innocenza, La lettera scarlatta; ha firmato i costumi tra gli altri per Seta, I fratelli Grimm, Divergent, Ritorno a Cold Mountain, Youth – La giovinezza, Loro 1, Loro 2, The Young Pope, e The New Pope); e Donna Zakowska, due volte vincitrice del premio Emmy (Crimini e misfatti, Kate & Leopold, Original Sin, Romance and Cigarettes, e le serie televisive John Adams e The Marvelous Mrs. Maisel); anche Milena Canonero, vincitrice di quattro Oscar e del Premio David di Donatello (Barry Lyndon, The Shining, La mia Africa, Momenti di gloria, Marie Antoinette, Grand Budapest Hotel) era tra gli invitati della serata, ma è stata costretta a cancellare la sua partecipazione proprio all’ultimo momento.

La Professoressa Eugenia Paulicelli, da anni studiosa di moda e cinema, che ha fondato Fashion Studies al Graduate Center, ha aperto la serata riflettendo sul coinvolgimento che il Graduate Center e il Queens College hanno avuto nel campo dell’approccio accademico alla moda e al cinema, nel corso degli anni. Ha poi continuato spiegando come queste due industrie, “abbiano sempre avuto un legame sinergico nel loro uso della tecnologia, sia attraverso la macchina fotografica e la cinepresa, che attraverso il corpo e la performance”. I costumi utilizzati nei film, ha fatto inoltre notare al pubblico, non hanno semplicemente preso in prestito dalla moda e dall’haute couture, ma hanno ispirato la produzione della moda, costituendo una parte fondamentale del cinema fin dalle sue prime origini e diventando “una vetrina virtuale di vestiti”.
L’Italia ha avuto un ruolo centrale nel campo del design e dell’innovazione, e il suo legame con l’America ha alle spalle una lunga tradizione di collaborazione, che è iniziata durante il periodo dei film muti e dura tutt’oggi. È proprio lo stretto rapporto tra i due paesi che si è voluto celebrare durante questa prima serata a New York, insieme ai noti costumisti.
Sul palco con la Professoressa Paulicelli è intervenuta per prima Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano. Detassis ha parlato della storia del Premio David di Donatello, della relazione speciale che corre tra Italia e Stati Uniti, e ha offerto anche uno dei momenti più emozionanti della serata, mostrando un video in cui Marilyn Monroe riceve il David presso l’Istituto di Cultura Italiana di New York, nel 1959. Nella breve clip, una meravigliosa Anna Magnani le consegna la statuetta, poi Marilyn le chiede la traduzione italiana di qualche parola, prende il microfono, e sospira: “sono commossa, grazie”.
Dopo l’intervento di Detassis, un’altra ospite è salita sul palco. Si è trattato di Monica Branetti che, per rendere quest’occasione ancora più speciale, ha portato dall’iconica casa di gioielli BVLGARI l’originale statuetta in oro che fu consegnata a Gina Lollobrigida per il suo ruolo come miglior attrice nel film La donna più bella del mondo. La statuetta fu creata da BVLGARI nel 1955.
La serata è continuata con una conversazione insieme ai costumisti Ann Roth, Carlo Poggioli e Donna Zakowska. Si è parlato del ruolo dei costumisti, dei problemi e delle gratificazioni che possono derivare da questo lavoro. Zakowska è convinta che “i vestiti siano parole” e i costumisti possano disegnare “poesie visive” attraverso il loro lavoro. Ha evocato la gioia che si prova nel momento magico in cui un costumista capisce che, grazie al suo lavoro, è finalmente nato un attore. Ann Roth ha sottolineato l’importanza per un attore o un’attrice di trovare il proprio personaggio: alcuni attori vogliono continuare ad essere se stessi, ma in un film, non è possibile, “devono diventare personaggi!” ha esclamato la costumista. Per Poggioli, poi, un costumista deve sapere tagliare e tingere i tessuti, ma deve anche essere un bravo psicologo, perché l’abilità di comunicare con i registi e gli attori è fondamentale per creare personaggi che siano in sintonia con i luoghi e la storia.
Roth e Zakowska hanno fatto notare come la mancanza di manodopera artigiana di sarti sia un fenomeno che oggi metta a rischio la professione dei costumisti. Il problema, comunque, come spiega Poggioli, non è causato solo dalla carenza di personale specializzato, ma anche e soprattutto dall’imponente numero di film che vengono prodotti settimanalmente e riducono drasticamente i tempi di preparazione dei costumi. Sia Roth che Zakowska hanno poi riflettuto sui conflitti che possono nascere con i produttori: lavorando come “artisti nel mondo degli affari”, è meglio non immischiarsi mai in conversazioni con i produttori: insomma i costumisti sono artisti, non uomini d’affari! Le due costumiste hanno anche parlato del loro impegno a non accettare mai lavori le cui storie possano essere umilianti per le donne.

Gli ospiti hanno regalato ricordi di momenti che rimarranno indimenticabili: l’incontro di Poggioli con Anthony Hopkins e il suo lavoro nell’ultimo film di Fellini La voce della luna; le rievocazioni di Roth nei suoi intenti di trovare i vestiti per Dustin Hoffman e la pelliccia rossa per Brenda Vaccaro nel film Un uomo da marciapiede; il rimprovero di Poggioli a Zakowska perché “non si può fare un vestito al computer!” sono solo alcune delle gemme della serata.
L’evento è continuato con brevi clips che mostravano alcuni dei lavori creati dai costumisti, e con una conversazione illustrata tra la Professoressa Paulicelli e il produttore Roberto Bessi, che ha parlato della storia di Annamode, del ruolo che la celebre casa di costumi ha avuto nel mondo del teatro e del cinema, e del lancio di “Annamode1946”, una nuova marca di moda.
La serata si è conclusa con la proiezione di un cortometraggio della regista Maria Tilli del Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC): un progetto finanziato da Louis Vuitton su una reinterpretazione moderna di un vestito del 1780, nel quale compaiono i costumisti Maurizio Millenotti e Piero Tosi.

Il secondo appuntamento con il Festival Accademico IC-CUNY è in programma per il 13 Novembre. La serata si incentrerà sul cinema italiano contemporaneo. Eugenia Paulicelli, Massimo Mascolo e Claudio Napoli introdurranno la proiezione della serie The New Made in Italy su Cesare Attolini: Made in Naples; seguiranno la proiezione di Una storia senza nome (2018), l’ultimo lavoro del regista Roberto Andò e una discussione sul film con lo sceneggiatore Angelo Pasquini.
La serata finale intitolata “Hybrid Intersections: Fashion, Costume, Cinema and Television” si terrà il 5 Dicembre. L’evento prevede una conversazione tra la Professoressa Deepsikha Chatterjee e Siobhan Nestor, la principale sarta di abiti da donna presso la Metropolitan Opera; la proiezione della nuova serie The New Made in Italy di Massimo Mascolo, Claudio Napoli, Eugenia Paulicelli che mostra la storia dell’eccellenza italiana nella moda, nei costumi e nel suo patrimonio culturale. Il festival si concluderà con una conversazione con Daniela Ciancio, costumista e vincitrice del David di Donatello, e Christian Cordella, artista e costumista.

Nell’audience, durante la prima serata del Festival, era seduto il celebre attore italo americano John Turturro, che per anni ha lavorato a stretto contatto con Donna Zakowska, con cui aveva frequentato anche la Yale School of Drama. L’attore ha ricordato come sua madre fosse una sarta e come fosse sempre circondato da stoffe e tessuti. Una conclusione perfetta a una serata perfetta! Sono certa che le prossime due serate di questo festival accademico sul cinema saranno altrettanto perfette e memorabili.