C’è una casa nel cuore del borgo dell’antica Pisa. Affaccia su una delle piazze più belle della città, quella di San Paolo all’Orto. Qui vive Michele Di Gregorio, riservato avvocato pisano. Da anni, con l’aiuto di Giuliano Domenichelli, dedica le pareti e gli ambienti della sua particolarissima casa – una millenaria casa torre del 1200 arredata con mobili di design, nella quale si distinguono ancora tre colonne erette su grandi pietre (lavorate dagli scalpellini della repubblica marinara di Pisa) e due maestosi archi pisani a sesto acuto – ad uno spazio dedicato all’arte italiana e internazionale. Le iniziative sono aperte a tutti: nessuna quota da pagare o biglietto da comprare; chiunque suoni il loro campanello troverà qualcuno ad aprirgli.
Negli anni sono passati da qui numerosi artisti (Tosko, Cristina Gardumi, Massimo Gasperini, Irene Taddei, Jill Casty, Massimiliano Precisi, Andrea Locci, CCH, Baksai, Paolo Fiorellini, Hector&Hector, Revesz, Alberto Gallingani, Dietrich Gortz, Giada Fedeli, Elisabetta Cardella, Alessandro Melis, Daniela Billi, Francesco Barbieri, Natasha Ialisheva, ecc.).

Ed è cambiato molto da quando Michele, nel 2014, commissionò il primo lavoro a Orlando Procopio: doveva decorare una parete della cucina; a opera conclusa, alcuni conoscenti e amici dell’artista – non più di dieci persone – chiesero di poter vedere la parete ultimata: aveva utilizzato solo materiali riciclati – fasce di legno recuperate dalle cassettine della frutta abbandonate nello storico mercato di Piazza delle Vettovaglie; parti di stoffe di abiti comprati a quello delle pulci; oggetti (pennelli), incartamenti di prodotti desueti, chiodi, cordee adagiato sulla parete alcune sculture stilizzate forgiate nel legno delle stesse cassettine usate.
La curiosità aveva prevalso e con essa anche la convivialità, la conoscenza di nuove persone, lo scambio di opinioni, le relazioni interpersonali, la condivisione di una passione o la semplice riflessione, fino al passaparola. Così, a quella prima involontaria piccola esposizione ne sono seguite altre; le persone che vi partecipano oggi non sono più dieci ma anche duecentocinquanta.

In pochi anni la casa di Michele è diventata una meta ambita per incontri d’arte, presentazioni di libri, mostre. Dall’abitazione di Via Cavour 57 – oggi Mai Social Maison – oltre a pittori e scultori sono passati anche scrittori e poeti di rilevanza internazionale, (come Luca Ricci, Fabio Canino, Arnaldo Testi, Barbara Henry e Nadia Urbinati), autori di opere video (Emanuele Salce), attori teatrali e musicisti, sia di musica classica (come l’indimenticabile atmosfera creata dall’esecuzione del Quartetto di Fiesole nella Rosamunda di Schubert) che di musica contemporanea (come il duo Elisa Azzarà e Tiziana Gallo).

Gli artisti lo contattano da ogni dove e gli eventi sono sempre più importanti e seguiti.
Anche i proprietari di alcuni dei locali più glamour del centro storico – prima fra tutti Cinzia Trassinelli de La gallina Nera e a seguire Lisa Leonardi de La Carta Gialla – sono diventati grandi sostenitori delle iniziative, offrendo deliziosi aperitivi a conclusione di ogni incontro.
Non solo: alcune gallerie del centro storico, Passaggi Arte Contemporanea e I Pazzi Factory, sono pronte a probabili collaborazioni con Michele, soprattutto al fine di offrire maggiore respiro alle mostre più impegnative e voluminose.
Ma c’è qualcosa di più: Michele è il motore e l’anima degli eventi, sceglie chi e come dar vita alle sue iniziative; è promotore e curatore vero; colui che provvede di persona ad allestire – e a disallestire – gli ambienti; è l’interlocutore ufficiale e ottimo padrone di casa. Soprattutto è uomo libero: la sua non è un’associazione, né un gruppo chiuso. Crede nella bellezza e nella conoscenza; nella naturale tendenza umana di interagire e di comunicare; e ha scelto di puntare sulle relazioni interpersonali più autentiche in un momento storico così fortemente artefatto e condizionato dal virtuale e dai social.
Rimanendo se stesso: la discrezione e la riservatezza che lo distinguono non sottraggono nulla anzi, aggiungono eleganza e spessore alla mondanità degli eventi i quali, non limitandosi ad attività prettamente legate all’immagine o alla frequentazione del solo jet set pisano, attraverso la condivisione reale di contenuti artistici, valorizzano l’importanza della cultura e la realizzano tangibilmente.
Perché l’arte e la cultura a Pisa si fanno anche così, non solo tramite i canali istituzionali: in una città ricca di storia e opere d’arte – nonché potenza commerciale e repubblica marinara tra l’ XI e il XIII secolo – piazze, palazzi storici, giardini, monumenti e musei adornano un centro storico giàimpreziosito da un suggestivo Lungarno; dove la torre più famosa del mondo si erge in un Campo dei Miracoli nella sua maestosità più singolare.