“È molto difficile essere ottimisti riguardo al mondo in cui viviamo. Ma dobbiamo esserlo. Dobbiamo riuscire a cambiare la direzione in cui stiamo andando”. Con queste parole, Jeremy Irons ha introdotto Trashed, il documentario di Candida Brady di cui è produttore e voce narrante. Il film, presentato in anteprima al Festival di Cannes nel 2012, è stato proiettato giovedì 17 luglio a Malfa, alla presenza dell’attore britannico, nell’ambito della XIX edizione del SalinaDocFest, il festival del documentario narrativo diretto da Giovanna Taviani, in corso fino al 20 luglio.
Il documentario mostra le conseguenze della crisi ambientale globale attraverso immagini di discariche a cielo aperto, inceneritori, fiumi inquinati e oceani soffocati dalla plastica. Alcune scene, anche a distanza di anni, restano di forte impatto. A Saida, in Libano, l’immondizia si accumula sulla spiaggia e viene trascinata via dal Mediterraneo. A Jakarta, donne si lavano nei fiumi pieni di rifiuti galleggianti.

Durante il dibattito Irons ha affrontato i temi centrali del film, parlando della necessità di intervenire a partire dai comportamenti individuali. «Comprare meno, riutilizzare, fare attenzione a dove va la nostra spazzatura. Non è scienza missilistica. È responsabilità quotidiana», ha detto. E ha insistito sull’urgenza di rivolgersi ai più giovani: «La nostra è stata la generazione più fortunata, ma anche la più sprecona. Abbiamo preso dal pianeta e buttato via. Ora tocca ai nostri figli sistemare ciò che abbiamo distrutto. Per questo Trashed è stato pensato anche in sei episodi per le scuole. I bambini imparano più in fretta degli adulti».
Ambasciatore FAO dal 2011, Irons ha raccontato anche il suo legame con l’Italia e con il cinema. Ha ricordato le collaborazioni con Zeffirelli e Bertolucci e un episodio legato a una sceneggiatura inizialmente proposta a sua moglie: «C’erano due ruoli anche per me. Chiamai Bernardo e dissi: ne voglio uno. Mi chiese quale. Dissi: non quello del marito, quello lo faccio già nella vita e so quanto è difficile. Meglio l’altro».
Ha poi citato Salvador di Oliver Stone, proiettato in apertura di Festival, come esempio di cinema in grado di generare indignazione e coscienza. «Non importa cosa prova chi fa un documentario. Importa cosa prova chi lo guarda. I film e i documentari sono solo strumenti. Servono a trasmettere un’emozione, un’urgenza».

Sabato 19 luglio, l’attore riceverà in piazza Santa Marina il Premio Irritec 2025, riconoscimento assegnato a chi, attraverso l’arte e la comunicazione, promuove consapevolezza sociale e ambientale. Il premio sarà consegnato da Giulia Giuffrè, direttrice marketing di Irritec e presidente del festival. Nella stessa occasione, Lady Sinéad Cusack, attrice e compagna di Irons, riceverà il Premio Lady Wilmar. Entrambi parteciperanno, prima della cerimonia, a un incontro con il pubblico condotto dalla giornalista e produttrice Silvia Bizio.
A chiudere la serata, la proiezione del film The Mission (1986) di Roland Joffé, con le musiche di Ennio Morricone. Ambientato tra Paraguay, Argentina e Brasile, il film vede Jeremy Irons nei panni di padre Gabriel, un gesuita che guida una missione tra i Guaraní, minacciata dagli interessi coloniali di Spagna e Portogallo. Sinéad Cusack figura nel cast nel ruolo della moglie di Rodrigo Mendoza.