C’è stato un momento, prima degli stadi e della gloria, in cui Bruce Springsteen si è chiuso in casa con una chitarra, un registratore economico e una manciata di storie scomode. Da quella solitudine è nato Nebraska, il disco più spoglio e inquieto della sua carriera. Era il 1982, e mentre il successo bussava alla porta, lui preferiva l’eco della propria voce nella camera da letto.
Quel momento sospeso diventa oggi un film: Springsteen: Liberami dal Nulla (Deliver Me from Nowhere), in arrivo nelle sale italiane il 23 ottobre 2025. Alla regia c’è Scott Cooper, già autore di Crazy Heart, che torna a raccontare un uomo in fuga dentro la propria musica. Tratto dal libro di Warren Zanes Liberami dal nulla. Bruce Springsteen e Nebraska, il film è un viaggio nell’intimità creativa di un artista che ha scelto la penombra invece dei riflettori.
Con Jeremy Allen White nei panni di Bruce, il racconto segue la nascita di Nebraska come un diario sonoro: silenzi, paure, melodie che sembrano uscire dalla radio di un’auto abbandonata. “È stato come attraversare la memoria, il mito e la verità”, ha detto Cooper, e il film si muove proprio lungo questi tre binari.

Accanto a White, un cast solido: Jeremy Strong è Jon Landau, lo storico manager e confidente; Paul Walter Hauser interpreta il tecnico Mike Batlan; ci sono poi Stephen Graham, Odessa Young, Gaby Hoffmann, Marc Maron e David Krumholtz.
Nebraska resta uno degli album più duri e necessari del Boss, popolato da assassini, ladri, amanti disperati. Senza fronzoli, senza cori. Cooper e il cast provano a restituire proprio questo: non il Bruce delle folle oceaniche, ma quello che guardava fuori dalla finestra chiedendosi che senso avesse continuare a cantare.