Per la prima volta, il Guggenheim di New York espone dal 9 maggio al 14 settembre, Tar Beach (1988), una delle opere più amate di Faith Ringgold. Si tratta di un grande “quilt” – una coperta artistica fatta a mano – che racconta la storia di una bambina che vola sopra la città di New York, immaginando di essere libera. La mostra si intitola The Reach of Faith Ringgold e mette al centro proprio quest’opera, la prima di una serie di cinque grandi trapunte, Woman on a Bridge, che Ringgold ha creato alla fine degli anni ’80. L’artista non ha solo cucito e dipinto, ma ha anche scritto direttamente sulla stoffa, trasformando ogni quilt in un racconto visivo e scritto.
Oltre a Tar Beach, la mostra include opere di altri artisti famosi per costruire relazioni visive e concettuali: tra Ringgold e figure come Marc Chagall, Pablo Picasso, Jacob Lawrence; e tra lei e artisti contemporanei come Sanford Biggers, Tschabalala Self, Mickalene Thomas e Carrie Mae Weems.
Ringgold ha utilizzato la forma del quilt come base per un metodo di lavoro che unisce pittura, cucitura e testo. Con ago e filo – tecniche storicamente associate alle donne – l’artista ha ridefinito l’arte tessile per raccontare storie su razza, identità, genere e memoria storica “Ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell’arte, attraverso la sua pratica e il suo attivismo”, ha dichiarato Naomi Beckwith, vicedirettrice e Chief Curator Jennifer and David Stockman. “Ma ha anche acceso l’immaginazione di milioni di bambini come autrice”.
Il modo in cui la mostra è organizzata è chiaro e semplice. Le opere non sono messe in ordine cronologico, ma raggruppate in base ai temi. Questo aiuta il visitatore a fare confronti, a notare somiglianze e differenze, e a vedere come certe idee e forme ritornino in artisti anche molto diversi tra loro. Un altro momento importante della mostra è la presentazione di Tragedy and Comedy (1952) di Jacob Lawrence. È il primo dipinto di un artista nero entrato nella collezione del Guggenheim. Anche questa opera parla di esperienze umane profonde, come il dolore e la gioia, e si lega bene al mondo di Ringgold.
Ringgold, artista scomparsa nel 2024, in questa mostra è presentata come una figura autonoma, non facilmente classificabile. Le sue opere non puntano al dramma né allo spettacolo. Sono costruite con rigore e coerenza, e tengono insieme forma e contenuto, memoria e materia, parola e silenzio.