E’ una poesia dinamica, divertente, contemporanea, con giravolte curiose della fantasia, voli istrionici nell’universo. Una poesia che vive di gestualità, sospensioni, perplessità. Che compone un monologo disordinato, una stand up comedy piuttosto irresistibile. L’ha creata Filippo Capobianco, 26 anni, fisico, con un profondo senso del teatro. La presenterà a New York all’interno del festival In Scena di Laura Caparrotti e Donatella Codonesu. Si Intitola Mia madre fa il notaio ma anche il risotto (costumi di Martina Lauretta; regista Gerardo Innarella), e ha già vinto FrigeMI Festival 2024 di Milano.
Domenica 11, ore 15, lo spettacolo andrà in scena al Culture Lab Lic di Long Island City (New York) e il 12 sarà alla Casa Italiana Zerilli-Marimò a Manhattan che sponsorizza il festival. Capobianco ha già portato il monologo alla Morgan State University di Baltimora, all’Istituto italiano di Cultura a Washington e andrà alla University of Chicago il 16 maggio. Ha anche presentato il suo libro Le supernove non fanno rumore e tu tossisci a teatro? (Baldini+Castoldi) alla libreria Politics and Prose di Washington. Insomma, voleva dimostrare ai genitori di essere un vero teatrante e ci è riuscito.
“La mia famiglia non voleva assolutamente che facessi il teatro – ci racconta – Ora lo faccio a tempo pieno. Con i miei per un anno e mezzo non ci siamo parlati, questo mestiere era assolutamente incompatibile con quello che loro pensavano per me, però non hanno mai smesso di sostenermi economicamente. Fare teatro in Italia è molto difficile e loro non mi hanno mandato via dalla casa dove vivevo, che era di mia nonna. Io ho fatto diversi lavori per sostenermi, oltre al teatro, operatore turistico, lezioni di fisica, e ho usato tutti i regali di natale in denaro accumulati negli anni per andare avanti un annetto. Poi questo lavoro del teatro e della poesia ha preso piede, è avvenuto il cambiamento, i miei genitori lo hanno visto e si sono convinti.”
Nel 2022 esordisce con questo spettacolo e viene scelto nella rassegna Under 35 dell’Hystrio Festival poi vince la coppa mondiale di Poetry Slam a Parigi nel 2023. Come è nato questo testo?
“Nel 2021 ho sentito che mancava nel panorama italiano uno spettacolo che unisse la slam poetry, la poesia performativa, con una struttura drammaturgica coerente. lo spettacolo racconta la storia di un bambino moscerino che non riesce a parlare con sua madre, ma ci riesce con la sua biblioteca, che si chiama bibli, e cresce così, finché alla fine trova la soluzione all’incomunicabilità. Il motivo dietro al testo è personale: io ho tanto cercato di ragionare sulla comunicazione con i miei genitori, cosa significa comunicare permettere a qualcuno di ricevere un pezzo dell’altro e così in qualche modo è nato questo spettacolo.”
Mia mamma fa il notaio ma anche il risotto racconta la storia strana di Moscerino, ma anche di Achei e nutrie, di innamoramenti tra cosmologi e terrapiattiste e altro. Lo spettacolo che è già stato all’estero, a Bruxelles e in Norvegia, gode come tutti quelli presentati da In Scena dei sopratitoli in inglese.
Al ritorno in Italia Capobianco porterà il testo all’Elfo Puccini di Milano il 29, 30 e 31 maggio poi si metterà al lavoro su un nuovo progetto vincitore del bando Indagine Milano 2025 dedicato ai quartieri più marginali. Un lavoro sul quartiere Corvetto che andrà in scena a settembre al festival Immersioni al Piccolo di Milano.