Il regista statunitense Paul Schrader, celebre per aver scritto il soggetto di capolavori come Taxi Driver e Toro scatenato, è accusato di molestie sessuali da parte della sua ex assistente
La vicenda, che ha sollevato grande indignazione, riguarda un presunto episodio avvenuto durante il Festival di Cannes dello scorso anno, in occasione della presentazione del film, Oh, Canada – I tradimenti, con Richard Gere, Jacob Elordi e Uma Thurman.
La causa legale, depositata la scorsa settimana presso il Tribunale di New York, è stata intentata dalla ventiseienne che ha lavorato con Schrader dal 2021 al 2024. La giovane, che ha scelto di rimanere anonima sotto lo pseudonimo di “Jane Doe”, accusa l’artista di averla aggredita sessualmente in una stanza d’albergo durante la celebre manifestazione, nonostante i suoi ripetuti rifiuti verbali.
Secondo quanto affermato nei documenti legali, la ragazza sarebbe stata aggredita fisicamente da Schrader, che l’avrebbe baciata con forza. Dopo essere riuscita a liberarsi e fuggire, la vittima sostiene di aver ricevuto, nei giorni seguenti, numerosi messaggi e chiamate minacciose da parte dello stesso. Sarebbe quindi tornata in hotel, per accertarsi delle condizioni del suo datore di lavoro che asseriva di essere “in fin di vita”. Una volta raggiunta la sua suite, Jane Doe avrebbe trovato il regista con un accappatoio aperto, e con il corpo nudo esposto.
Dopo l’accaduto, lo sceneggiatore ha deciso di interrompere il rapporto di lavoro, e avrebbe inviato un’e-mail alla ex dipendente in cui ammetteva parzialmente le sue colpe. Nella missiva, secondo quanto riferito, il regista riconosceva implicitamente l’offesa, avrebbe affermato di aver commesso un grave errore e di sentirsi come un “Harvey Weinstein”, il produttore cinematografico caduto in disgrazia dopo le numerose accuse di reati sessuali, agli occhi della donna.
L’avvocato della querelante ha affermato che, dopo la denuncia, le parti erano arrivate a un accordo extragiudiziale, con Schrader che aveva accettato di pagare una somma per risolvere la controversia. Tuttavia, il regista avrebbe poi rifiutato di firmare, lasciando la questione irrisolta. dichiarato di non poter “vivere con se stesso” se avesse sottoscritto.
Il legale del creativo, Philip Kessler, ha respinto tutte le accuse imputate al suo cliente, definendo il procedimento “una causa disperata e opportunistica” ha inoltre affermato che le dichiarazioni contenute nell’atto sono “inaccurate e fuorvianti”.
Questa denuncia riporta l’attenzione sull’ampio fenomeno della criminalizzazione delle molestie nel mondo del cinema, sollevando interrogativi su come l’industria gestisca le accuse di abusi da parte di figure di potere. Mentre la vicenda proseguirà il suo iter nelle aule del Tribunale, l’opinione pubblica continuerà invece a chiedersi se il caso avrà un impatto significativo sulla reputazione e sul futuro del noto regista.