Nel cuore di Milano, tra le geometrie del quartiere di Porta Nuova, svettano due torri che hanno cambiato il volto della città. Sono il Bosco Verticale, la “casa per alberi che ospita anche umani e volatili”, inaugurata nell’autunno del 2014 e divenuta oggi un simbolo di un nuovo modo di abitare lo spazio urbano. Le due torri, alte 80 e 112 metri, ospitano più di 800 alberi e migliaia di arbusti e piante perenni, un frammento di foresta sospesa tra il cielo e il cemento. Qui, i balconi non sono semplici prolungamenti delle abitazioni, ma ecosistemi a sé stanti, dove la vegetazione cambia con le stagioni e gli uccelli trovano riparo.
Il 18 marzo 2025 a New York, nella storica libreria Rizzoli di Broadway, Stefano Boeri e Francesca Cesa Bianchi presenteranno BOSCO VERTICALE. Morphology of a Vertical Forest, un’opera in lingua inglese che celebra il decennale di questo straordinario progetto. Il volume ripercorre l’intera storia del Bosco Verticale, analizzandone gli elementi chiave che lo rendono un’architettura unica al mondo: dalle intuizioni iniziali alle sfide ingegneristiche, fino al suo impatto sulla cultura popolare. Il libro raccoglie i contributi di studiosi come Beatriz Colomina, Paul Hawken, Matilda van den Bosch e James Wines, e include un prezioso portfolio fotografico di Iwan Baan, insieme agli scatti di Paolo Rosselli, Giovanni Nardi, Dimitar Harizanov ed Elisa Galluzzo.

L’opera segue la crescita ideale di un albero: le radici, che raccontano la nascita dell’idea, il tronco, che descrive il percorso di realizzazione e le difficoltà tecniche, e infine i rami, che esplorano il ruolo del Bosco Verticale nel panorama architettonico mondiale e il suo impatto sull’ecosistema urbano. Tra le pagine si trova anche un erbario dettagliato che svela le oltre cento specie vegetali che abitano le facciate: gerani e campanule, pervinche e meli ornamentali, ognuna con un ruolo preciso nella composizione del microclima dell’edificio. A rendere ancora più vivido il racconto è il contributo del fumettista Enrico Pinto, che attraverso le sue illustrazioni dà voce a chi vive il Bosco: gli inquilini, gli animali, i passanti che ogni giorno lo osservano con curiosità.
“La natura deve tornare ad abitare gli spazi dell’uomo”, scrive Stefano Boeri nel libro. “Né più né meno”. Il Bosco Verticale è la dimostrazione che questa convivenza è possibile, e che le città possono trasformarsi in luoghi dove il verde non è un’aggiunta, ma un elemento fondante.