Dopo sei anni, Il Volo torna il 21 marzo 2025 sul palco del Radio City Music Hall, una delle tappe più attese del tour americano iniziato a fine febbraio in California. Il trio, composto da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, canta insieme ormai da sedici anni. Tutto comincia nel 2009, quando un produttore, intravedendo nel loro modo di cantare una chiara direzione artistica, decide di riunirli durante il talent Ti Lascio una Canzone. Da lì in poi è un attimo: il debutto discografico li porta subito nella top 10 della Billboard 200, i tour si moltiplicano tra Europa, America e Asia. Nel 2015 vincono Sanremo con Grande Amore, il loro disco più premiato con tre dischi di platino in Italia.

Con il tempo, Il Volo ha plasmato un’identità musicale ben definita: non è opera, ma ne conserva la solennità; non è pop, ma ne adotta le dinamiche; non è pura tradizione, ma ne rievoca l’immaginario. Il loro è un prodotto curato nei minimi dettagli, con un piede in Italia e l’altro all’estero, dove il richiamo del bel canto e delle orchestrazioni sinfoniche continua a esercitare un fascino senza tempo.
Ed è proprio su questa immagine che si gioca il concerto al Radio City Music Hall. Un teatro inaugurato nel 1932, che ha visto passare le voci più celebri del jazz, del pop e della classica. Un posto che porta con sé un’eredità importante, e che per Il Volo è il palcoscenico perfetto per ribadire cosa fanno e come lo fanno. In scaletta ci saranno brani come ’O Sole Mio e Caruso, reinterpretazioni di Memory e Night and Day, pezzi che fanno parte del loro repertorio da anni. Non mancherà un omaggio a Ennio Morricone, già celebrato nel 2021 con l’album Il Volo Sings Morricone, un progetto che accosta le sue composizioni cinematografiche a un’interpretazione vocale orientata verso il repertorio classico.
Dopo New York, il tour di Il Volo continuerà a girare per gli Stati Uniti fino alla fine di marzo. Un’occasione, certo, per consolidare il legame con il pubblico americano, che nel tempo ha dimostrato di apprezzare il loro equilibrio tra nostalgia e spettacolo. Ma anche una conferma di una formula che, piaccia o meno, continua a funzionare.