La 75^ edizione del Festival di Berlino è ricca di presenze italiane, e non solo in termini di quantità, ma anche di qualità e diversità di generi. La Berlinale – che chiude domenica 23 febbraio – si è trasformata ancora una volta nel cuore pulsante del cinema mondiale, e l’Italia non si è tirata indietro, presentando una serie di film che spaziano dal thriller alla riflessione sociale, dall’introspezione psicologica al documentario. Molte delle opere parzialmente italiane in programma sono coproduzioni minoritarie con altri paesi, un aspetto che evidenzia l’apertura del cinema italiano verso collaborazioni internazionali e la volontà di raccontare storie che superano i confini geografici e culturali.
In concorso per l’Orso d’Oro ci sono due film che rappresentano in modo emblematico questa evoluzione. Il primo, Reflet dans un diamant mort, diretto da Hélène Cattet e Bruno Forzani, è una coproduzione internazionale che coinvolge Belgio, Lussemburgo, Francia e Italia. La trama si sviluppa attorno a John D, un uomo di settant’anni che vive in un hotel di lusso sulla Costa Azzurra e che, nel corso di una lunga e solitaria permanenza, si ritrova a fare i conti con il suo passato da spia negli anni ’60, un’epoca di profondi cambiamenti geopolitici e sociali. Il finanziamento ricevuto dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo tramite il Bando per le produzioni minoritarie, con un sostegno di 220.000 euro, testimonia l’importanza di questo tipo di coproduzioni, che permettono a un progetto ambizioso di emergere con una forte visibilità internazionale. La capacità del cinema italiano di produrre storie che, pur mantenendo una radice locale, si proiettano su un piano globale, è una delle sue caratteristiche distintive.

Il secondo film italiano in concorso, proiettato in anteprima mondiale proprio ieri è Yunan di Ameer Fakher Eldin, e racconta una storia molto diversa. Qui, al centro della trama c’è un uomo in crisi esistenziale, uno scrittore arabo in esilio che, giunto su un’isola remota della Germania con l’intenzione di togliersi la vita, trova invece un motivo per restare, grazie all’incontro con una donna anziana che risveglia in lui il desiderio di vivere. La solitudine, il dolore dell’esilio, il conflitto interiore e la possibilità di redenzione sono i temi principali di un film che, pur affrontando questioni esistenziali molto intime, riflette anche su un contesto più ampio di migrazione e identità. Questa coproduzione che coinvolge Germania, Canada e Italia ha ricevuto un finanziamento di 150.000 euro dal Bando per le produzioni minoritarie 2024. Yunan è un film emotivamente potente, capace di toccare il pubblico con la sua intensità e la sua capacità di esplorare le fragilità umane attraverso un incontro casuale che diventa determinante per la vita di un individuo.
Oltre a questi due film in concorso, nella sezione “Berlinale Special” troviamo Lurker di Alex Russelli, una coproduzione USA/Italia, un thriller ad alta tensione.

Un’altra coproduzione che attira l’attenzione è Little Trouble Girls di Urška Djukić, un progetto che coinvolge Italia, Slovenia e Croazia, proiettato nella sezione “Perspectives”. Il film, che ha ricevuto un finanziamento di 110.000 euro dal Bando per le produzioni minoritarie 2022, esplora le dinamiche interpersonali tra giovani ragazze e le difficoltà che queste affrontano nel crescere, trattando temi universali come l’amicizia, la ribellione e il desiderio di indipendenza.
La sezione “Forum” ospita invece due opere che riflettono su temi sociali e umani più complessi: il documentario Canone effimero dei fratelli De Serio, che esplora la fugacità della memoria e della tradizione, e Il bacio della cavalletta di Elmar Imanov, che è una coproduzione italo-tedesca-lussemburghese. La sezione “Forum” è tradizionalmente un luogo di esplorazione per il cinema d’autore.

Infine, nella sezione “Generation 14plus” c’è Paternal Leave di Alissa Jung, una coproduzione tra Germania e Italia che affronta tematiche delicate legate alla paternità e alle difficoltà dei rapporti familiari. Nel cast anche Luca Marinelli, un attore che ha saputo conquistarsi un posto di rilievo nel cinema internazionale, Paternal Leave.
In generale, la presenza italiana alla Berlinale 2025 è un segnale chiaro di quanto il cinema italiano, pur affrontando un panorama sempre più competitivo e globale, sia capace di produrre opere di grande spessore. Le coproduzioni minoritarie, in particolare, sono fondamentali per dare voce a storie nuove, innovative e spesso più intime, ma anche per rafforzare il dialogo tra il cinema italiano e le altre cinematografie del mondo. C’è una crescente attenzione verso storie universali, ma raccontate con una sensibilità specificamente italiana, che riescono a superare le barriere linguistiche e culturali.
I rapporti che danno origine alle coproduzioni cinematografiche internazionali nascono frequentemente in contesti specifici e professionali come l’European Film Market (EFM), un evento fondamentale che si tiene annualmente in concomitanza con la Berlinale, il celebre festival di cinema di Berlino. Questo mercato, pur essendo relativamente piccolo, si distingue per la sua efficacia e importanza nell’industria cinematografica globale. L’EFM è situato a pochi passi dal red carpet, proprio nel cuore pulsante della Berlinale, e si svolge all’interno del Marriott Hotel, che diventa il centro nevralgico per i professionisti del settore. Le sale al primo piano si trasformano, durante i giorni del festival, in un crocevia di incontri, trattative, scambi di idee e opportunità di collaborazione. Qui, produttori, distributori, registi, e agenti di vendita si riuniscono per avviare nuove collaborazioni, perfezionare accordi e discutere di progetti cinematografici in cantiere.
Abbiamo visitato la sede nel pomeriggio di ieri, durante una delle giornate più vivaci dell’evento, fotografandone anche le ampie stanze luminose che danno su Potsdamer Platz. L’atmosfera era carica di energia, con i partecipanti che si spostavano rapidamente tra le diverse stanze, cercando di ottimizzare il tempo a disposizione in un ambiente dove ogni minuto conta. Le conversazioni fluivano veloci, tra un incontro con un potenziale investitore e l’altro, con lo sfondo di proiezioni di film e documentari che venivano presentati per suscitare l’interesse degli acquirenti e degli addetti ai lavori.
La presenza dell’Italia al festival appare anche con brand italiani di prestigio, come Armani Beauty. Il marchio, Principal Partner alla Berlinale, offre un servizio di make-up per gli ospiti della manifestazione con un pop-up di Armani Beauty a Potsdamer Platz.