C’erano anche Taylor Swift, Lionel Messi, Jay-Z oltre a Donald Trump fra i famosissimi negli spalti a New Orleans a guardare i Philadelphia Eagles distruggere i Kansas City Chiefs nella finale del SuperBowl, il più grande evento sportivo dell’anno, negando loro lo storico terzo Super Bowl consecutivo. Ma erano lì anche per guardare lo show di Kendrik Lamar nell’intervallo, come sempre dedicato al grande spettacolo.
“Vorrei suonare la loro canzone preferita… ma sapete che amano fare causa,” ha detto il rapper pochi minuti dopo aver preso il microfono. Tutti sapevano a cosa si riferisse. Not Like Us, il titolo con cui ha distrutto la reputazione del rivale rap Drake accusandolo di essere un pedofilo, è stata uno dei brani di maggior successo dell’anno scorso, totalizzando un miliardo di stream su Spotify e vincendo cinque Grammy Awards, tra cui quello per la canzone dell’anno.
Ma c’erano dubbi sul fatto che Lamar l’avrebbe suonata – o anche solo potesse suonarla –, dato che Drake ha intentato alla casa discografica Universal Music Group (che condividono) una causa per diffamazione.

Lamar ci ha giocato, accennando più volte alla canzone durante il suo show. Ma alla fine del set l’ha cantata, sebbene censurando il verso più dibattuto, quello in cui definisce direttamente Drake “pedofilo”; però ha guardato dritto in camera con un sorriso malizioso mentre pronunciava il nome del rivale e ha lasciato intatto l’ormai celebre doppio senso dei versi “Tryin’ to strike a chord and it’s probably A minor” (“cercando un accordo e probabilmente è un La minore”, o “una minorenne). Il verso ha risuonato in tutto il Caesars Superdome provocando una vera ovazione e dimostrando che nessuna azione legale potrà mai offuscare la popolarità della canzone. Sul palco è apparsa a sorpresa anche la star del tennis Serena Williams, ex di Drake, che ha eseguito il Crip Walk – una celebre mossa di danza

Lamar era il primo rapper solista a guidare lo spettacolo dell’intervallo del Super Bowl, e ha portato in scena una performance elaborata, piena di ballerini, fuochi d’artificio e ospiti speciali fra cui l’attore Samuel L. Jackson, vestito da Zio Sam, che ha fatto da presentatore e fil rouge del set, ma anche la cantante R&B SZA. Lamar ha così raggiunto gli oltre 120 milioni di spettatori televisivi sintonizzati sulla partita. Tra i momenti salienti iniziali ci sono stati Humble e DNA, entrambi tratti dall’album DAMN, vincitore del Premio Pulitzer, i cui ritmi potenti hanno fatto tremare lo stadio. Il set, disponibile su YouTube, includeva anche Squabble Up, Man At The Garden e un altro “diss track” contro Drake, Euphoria, oltre a un accenno alla canzone inedita Bodies.
Polemiche però perché Lamar ha scelto di non suonare il suo inno ai diritti civili, Alright, proprio nell’anno in cui la NFL ha deciso di rimuovere la scritta “End Racism” dalla end zone del campo da football. Quella frase era presente al Super Bowl dal 2020, nel contesto delle proteste di Black Lives Matter, di cui Alright era diventata la colonna sonora non ufficiale. Molti si aspettavano che Lamar la cantasse, soprattutto di fronte a Donald Trump presente sugli spalti. Mala prepotente esplosione sulla grande scena della cultura rap e di uno spettacolo interamente nero ha mandato comunque un messaggio potente.