Si è aperta giovedì, presso il Palazzo Blu di Pisa, la mostra di Hokusai, l’eclettico maestro giapponese, famoso per la sua “Grande Onda”, la gigantesca e potente massa d’acqua che sovrasta la natura circostante, compresa la presenza dell’uomo. Un artista che ha saputo distinguersi soprattutto per il suo eclettismo grafico e l’immensa produzione di opere; dal dipinto ad innumerevoli tecniche e stili; l’utilizzo di contenuti, simboli, dettagli.

Una infinita quantità di “visioni” cesellate e rifinite alla stregua di intarsi e ricami, impreziositi da particolari eleganti e di impalpabile raffinatezza. Opere di dimensioni contenute, da osservare da vicino per scoprirne ogni minimo particolare, apprezzarne la delicatezza (le “Vedute del Giappone” – stampe ritraenti contesti naturalistici, con fioriture di ciliegi, cascate, paesaggi, ecc.) come pure la forza e l’energia (le “Vedute del monte Fuji”, non solo vulcano ma luogo sacro degli déi secondo il pensiero shintoista, per questo anche meta di pellegrinaggi in epoca Edo).

Una produzione vastissima (in mostra oltre 200 opere) che non dà tregua all’osservatore curioso e che spazia da silografie a dipinti, fino ai Manga (ovvero dei veri e propri Manuali); agli Shunga (letteralmente “Immagini di primavera”, in realtà stampe policrome rappresentanti scene erotiche vendute sottobanco per evitare la censura); Rappresentazioni di poeti e poemi (opere di ispirazione letteraria); infine i Surimono (biglietti augurali, inviti ad eventi ed incontri letterari, ecc.).

Emerge una profonda intimità in queste opere: la capacità di Hokusai di saper guardare dentro la bellezza e, in ogni sua forma, non solo quando deve adeguarsi alle “regole” dettate dal mercato e dal contesto storico-sociale, ma che porta sempre con sé, in ogni sua manifestazione. Ogni momento artistico è una inequivocabile rappresentazione della sua ricerca, stilistica ed interiore: l’armonia delle forme e dei colori, il segno come il tratto, risuonano e si elevano, sempre leggiadri, ben oltre la mera raffigurazione reale o simbolica dei suoi lavori.

Si avverte, costante, la profondità di un animo che non si accontenta mai, inarrestabile, dalla tempra forte e rigorosa e allo stesso tempo sensibile e profonda; alla costante ricerca di mete sempre più elevate e che cogliamo proprio in quella sua attitudine, costante, di arricchire, aggiungere, impreziosire nei dettagli, forme, linee, sfumature, colori, senza appesantire mai le sue rappresentazioni, ma donando valore e personalità. Egregiamente curata da Rossella Menegazzo.