Astiosa da non ammettere repliche. Rabbiosa da stare male. Paurosa da svegliarsi urlando. La protagonista di Hard Truths, l’ultimo film del regista 81enne Mike Leigh, è una donna sull’orlo di una crisi di nervi versione inglese, nera, nello specifico giamaicana.

Interpretata magistralmente da Marianne Jean-Baptiste, Pansy non è simpatica, non ai suoi familiari che evitano di risponderle chiudendosi in un ostinato silenzio, il marito Curtley (David Webber) e il figlio Moses (Tuwaine Barrett), non ai dottori, commesse, cassiere che incontra e che sperano di non rivederla mai più. E nonostante le battute acide, caustiche, lanciate come raffiche di mitragliatrice contro l’universo mondo che provocano l’ilarità del pubblico, Pansy rimane un personaggio antipatico fino al momento della catarsi. E il crollo rigeneratore arriva, in una risata che gradualmente si trasforma in pianto, quindi in silenzio disperato, labbra serrate e sguardo nel vuoto, uno di quei momenti possibili solo con un grande attore, e Marianne Jean-Baptiste, nominata all’Oscar per un altro film di Mike Leigh, Secrets & Lies, è sicuramente un’attrice incredibile, e questa è una interpretazione da Oscar.
Presentato al Festival di Toronto e ora al New York Film Fest, ma rifiutato dai festival di Cannes, Venezia e persino Telluride, Hard Truths, è un film complesso, senza una vera storia, ma con un ritratto psicologico devastante di un esemplare di umanità contemporanea. “Cammino per strada e vedo personaggi – spiega Mike Leigh nella conferenza stampa dopo la proiezione del film al New York Film Fest – basta guardare le persone intorno a noi per immaginare storie.” Nominato cinque volte all’Oscar come sceneggiatore e due come regista (Secrets & Lies, Vera Drake), con 23 film alle spalle, Mike Leigh torna sugli schermi con Hard Truths dopo 6 anni di assenza. Peterloo, il suo film precedente, una saga bellica realizzata per Amazon, costata 18 milioni di dollari, ne ha guadagnati solo 2 al botteghino: i produttori ora sono cauti. Hard Truths è stato finanziato da Bleecker street e un gruppo di produttori europei “con un budget minimo, il più piccolo che abbia mai avuto” ha spiegato il regista, ma il film non ne risente focalizzato com’è sull’esplorazione del personaggio.

“Realizzare un film ormai per me è difficilissimo – lamenta il regista – negli anni lavorare come faccio io senza presentare una sceneggiatura, senza ammettere interferenze sulla scelta degli attori, è diventato quasi impossibile. Ma questo siamo riusciti a farlo e sto già lavorando al prossimo.”
“Non scrivo una sceneggiatura completa all’inizio – spiega ancora Mike Leigh – perché è importante l’improvvisazione degli attori, il periodo di prove (per questo film 14 settimane ndr) è fondamentale per lo sviluppo della sceneggiatura finale. E quando ti trovi attori come Marianne e tutti gli altri che hanno partecipato al film, puoi stare sicuro che i ruoli e le battute diventano molto più incisivi.”
“Raro ricevere un copione come quello di Hard Truths – precisa Marianne Jean-Baptiste – un film che esplora le dinamiche di una famiglia nera, con la possibilità di fare così tante prove e mettere a punto i personaggi.”
“Marianne è così incredibilmente intelligente, divertente, ironica, tagliente, creativa e con uno spirito anarchico che il personaggio non poteva non crescere con lei” conclude il regista prima degli applausi e della lunga fila degli autografi.