Ha vinto tre Oscar come miglior attore in carriera, sette anni fa aveva annunciato il ritiro dalle scene al compimento dei sessant’anni. Ma Daniel Day Lewis è tornato sul set per il debutto alla regia del figlio Ronan in Anemone, di cui hanno scritto insieme la sceneggiatura, una storia di “complesse relazioni familiari fra padri, figli e fratelli”, annuncia la casa produttrice indipendente Focus Features. Le riprese sono in corso a Manchester.
Speriamo che non si fermi. Daniel Day Lewis è figlio d’arte con una storia particolare. Il padre Cecil Day Lewis – scrittore inglese con radici irlandesi – fu Poeta Laureato della regina Elisabetta, la madre Jill Balcon era un’attrice di origini ebree polacche, figlia del celebre attore Sir Michael Balcon; la sorella Tamasin è una chef, scrittrice e critica culinaria. È cresciuto nell’atmosfera bohémien della Londra degli anni Sessanta e Settanta, (relativamente) pochi soldi, altissima aristocrazia culturale, tante ottime conoscenze: nel 2012 donò all’università di Oxford una collezione di carte appartenute al padre, incluse lettere dall’attore John Gielgud e da scrittori come WH Auden, Robert Graves, Philip Larkin.
Il piccolo Daniel esordì nel 1971 a 14 anni in una particina senza crediti in Domenica maledetta domenica di John Schlesinger – cult movie di una generazione (era il ragazzino che vandalizzava alcune macchine per strada). Di se stesso ha detto che era un adolescente turbolento, spesso nei guai per furtarelli, bullizzato dai compagni di scuola a Greenwich (imparò l’accento locale liberandosi del suo, troppo posh, e l’ha definita la sua prima interpretazione). Spedito in un paio di collegi, si è poi placato. Dopo la morte prematura del padre cominciò a recitare in alcune compagnie creandosi una solida formazione teatrale.
Ha inanellato in carriera una serie di interpretazioni straordinarie quanto variegate, cominciando con una particina in Gandhi di Richard Attenborough, e poi Johnny in My Beautiful Laundrette di Stephen Frears, Cecil Vyse in Camera con vista di James Ivory, poi il suo primo Oscar per Il mio piede sinistro di Jim Sheridan (era lo scrittore irlandese disabile Christy Brown).

Da allora ha centellinato le apparizioni scegliendole con estrema cura, diventando uno degli attori più selettivi del panorama internazionale. È stato Hawkeye in L’ultimo dei mohicani, Daniel Plainview ne Il petroliere (There will be blood) di Paul Thomas Anderson, che gli ha fruttato il secondo Oscar. Ha recitato in due film di Scorsese, L’età dell’innocenza e Gangs of New York. Ha reso omaggio alle sue origini irlandesi in Nel nome del padre ancora di Jim Sheridan (storia vera dei Guildford Four, i quattro innocenti condannati per la bomba in un pub di Guildford che uccise quattro soldati britannici e un civile in Irlanda del Nord). Nel 2013 è arrivato il terzo Oscar per la gigantesca interpretazione di Lincoln, la biografia del presidente di Steven Spielberg, ricostruzione minuziosa della battaglia politica – anche lurida – che portò all’abolizione della schiavitù.
Il suo ultimo film nel 2017 era stato Phantom Thread ancora di Paul Thomas Anderson, con l’annuncio del ritiro dal set.
Anemone vede nel cast anche Sean Bean, Samantha Morton, Samuel Bottomley e Safia Oakley-Green. Ronan Day Lewis è uno dei due figli che Daniel ha avuto con la moglie Rebecca Miller (figlia del drammaturgo americano Arthur Miller); sono sposati dal 1996. L’anno precedente a New York era nato un altro figlio dalla grande attrice francese Isabella Adjani, relazione di sei anni che si era già conclusa.
Daniel Day Lewis adesso ha 67 anni. Era celebre per la sua preparazione maniacale delle interpretazioni, per la sua dedizione; un attore “del metodo”, ovvero praticante delle teorie costruite sul Metodo Stanislavski che predicava l’immersione nella psicologia del personaggio, si immedesimava nel ruolo per tutta la durata delle riprese – in alcuni casi a detrimento della sua salute. È molto protettivo della sua sfera personale, raramente rilascia interviste o compare in pubblico.
Day Lewis è stato insignito del titolo di Knight Bachelor nel 2014 per i suoi servigi all’arte drammaturgica, ed è stato il principe WIlliam a nominarlo Sir a Buckingham Palace.