Si legge in giro “è morta la star di Harry Potter, Maggie Smith”. Ma il vero apice di una carriera sfavillante durata fino agli 89 anni, per Dame Smith – il titolo onorifico era stato conferito dalla regina Elisabetta, come a molte gran signore della scena britannica – era giunto interpretando la contessa Violet Crawley in Downton Abbey, la serie televisiva (2010-2016) e i due successivi film. Fino allora, diceva nelle interviste, aveva avuto una vita “normale”, tutto sommato – nel senso che poteva normalmente girare per strada.
Un personaggio indimenticabile, una gran signora che non voleva uscire di scena: intelligenza sarcastica da levare la pelle, aplomb imperturbabile, alta opinione di sé, difesa fino allo spasimo della famiglia – e licenza per se stessa di dire quello che voleva. Maggie Smith aveva dato vita con gusto a questa aristocratica insopportabile ma ammaliante, e la commedia sarcastica del resto era sempre stata nelle sue corde: un ruolo che in varie forme riprese più volte. Per la Gen Z resterà, è vero, la professoressa Minerva McGranitt nella saga cinematografica di Harry Potter. Per gli inglesi, gli amanti del cinema e del teatro, c’è molto di più.

Nel 1970 Smith aveva vinto l’Oscar come migliore attrice ne La strana voglia di Jean, nel 1979 il premio come non protagonista in California Suite. Era stata candidata anche per un Otello cinematografico con Laurence Olivier, per In viaggio con la zia (1972), e per due film di ambientazione storica di grande successo, Camera con vista di James Ivory (1986) e Gosford Park di Robert Altman (2001). Carriera prolifica e variegata sul grande schermo e a teatro, aveva cominciato come tante come attrice shakesperiana ma si era presto trasferita a Hollywood. La lista delle sue interpretazioni, spesso in ruoli che arricchivano l’intreccio della pellicola (ma chiamarla “caratterista” sarebbe un limitante insulto) è sconfinata. Il suo ultimo film: The Miracle Club (2023) di Thaddeus O’Sullivan.
Dame Maggie Smith era una delle ultime grandi regine della tradizione britannica. Nel 2018, il documentario di Roger Michell , Un tè con le regine – Quattro attrici si raccontano (Nothing Like a Dame) l’aveva vista prendere il tè in un pomeriggio armonioso di risate e ricordi di vita e carriera con altre tre star insignite del titolo di Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico: Judi Dench, Eileen Atkins e Joan Plowright.
La notizia della morte è stata confermata dai figli Chris Larkin e Toby Stephens in un comunicato: “se ne è andata serenamente in ospedale questa mattina, venerdì 27 settembre. Era una persona profondamente riservata e alla fine era circondata da familiari ed amici. Lascia due figli e cinque nipoti devastati dalla perdita della loro straordinaria madre e nonna. Vogliamo ringraziare il meraviglioso personale del Chelsea and Westminster Hospital per la cura e la gentilezza senza limiti di questi ultimi giorni”.
Maggie Smith è stata sposata due volte: la prima nel 1967 con l’attore Robert Stephens da cui ha avuto i due figli, entrambi attori; nel 1975 aveva divorziato per risposarsi con il drammaturgo Beverley Cross, morto nel 1998.