Quando un Premio Oscar e un Premio Nobel si incontrano, i destini cambiano. Regala sorprese emozioni la conferenza stampa di Tim Robbins al Magna Graecia Film Festival in corso a Catanzaro fino al 4 agosto. Dalla folgorazione nell’incontro con Dario Fo al commento tranchant su Kamala Harris. 59 anni, Premio Oscar come miglior attore non protagonista in Mystic River di Clint Easwood, Robbins è tutt’altro che un divo dello star system. Profilo poliedrico e engagé, è regista, direttore di teatro e della compagnia The Actors’ Gang di Los Angeles. “Ho ormai compiuto sessantacinque anni e una volta, a questa età, negli Stati Uniti si andava in pensione: io, per adesso, mi sono ritirato, ma solo dalle campagne elettorali”, afferma.
Ma è stato l’incontro con la poetica di Dario Fo e la persona, a contribuire a sterzare il suo destino. “È stato quando ho letto Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo che ho capito che anche io avrei potuto scrivere per il teatro” dichiara. Conserva con cura la lettera che Fo gli indirizzò e un piccolo quadro è esposto nel suo teatro. “È una delle cose più preziose che possegga. Morte accidentale di un anarchico mi ha fatto capire che si può scrivere di problemi complessi e seri senza rinunciare al sense of humour. Dario prese un caso reale e lo trasformò in farsa. Senza quel testo non avrei potuto scrivere Bob Roberts“.
Robbins è uno dei testimoni intervistati nel documentario realizzato dalla giornalista Teresa Marchesi dal titolo Dario Fo/Il mondo alla rovescia, prodotto dalla Palomar e che sta faticando a liberarsi dalle trame dei diritti: “Ho seguito per anni il lavoro di Fo, andavo a teatro ogni volta che una sua commedia veniva rappresentata in America”.
“Conobbi Fo a Milano dove andai proprio per incontrarlo. – continua a raccontare Tim Robbins – Parlammo a lungo della commedia dell’arte e di Arlecchino. Dario è stato una fonte d’ispirazione infinita, e mi ha generosamente fornito tanti consigli mentre scrivevo la mia commedia. L’anno successivo eravamo a Milano con Sogno di una notte di mezz’estate e lui venne a vedere lo spettacolo. Il giorno seguente mi arrivò un pacco in albergo: Dario aveva realizzato un dipinto ispirato alla commedia e ci inviava la lettera che ho incorniciato e appeso al centro del mio teatro, e che non sono riuscito mai a leggere per intero ai miei attori senza piangere. Dario aveva capito perfettamente quello che stavamo facendo”.
L’ultimo incontro “a Cesenatico un mese e mezzo prima che morisse: stava preparando la sua mostra su Darwin. Un maestro fino all’ultimo. Non penso che riusciremo veramente a capire l’eredità culturale di Fo per altri trent’anni almeno. È quello che capita a ogni drammaturgo capace di toccare verità universali”.
Alla domanda sull’attentato a Trump e sulle speculazioni riguardo una possibile montatura, Robbins risponde: “Questa cosa mi offende. La situazione di oggi negli Usa è completamente diversa, è più lacerata. Le persone vivono di odio e si rifiutano di ragionare, non provano empatia né compassione. Siamo sempre più indignati e arrabbiati, adottiamo sempre più comportamenti tribali, abbiamo perso ormai il valore dello stare insieme e scambiarci opinioni differenti come si fa davanti a un distributore automatico di caffè”. La sua più grande paura, dice, è “l’isolamento”.
Riguardo le prossime elezioni presidenziali e la candidatura di Kamala Harris da parte dei democratici, Tim Robbins è sbottato: “Kamala Harris? No comment. Ma provate a chiedere un parere ai detenuti in California. Comunque, ci sarebbe anche un terzo candidato. Non è un endorsement, però è strano che nessuno ne parli”. Così ha chiuso il discorso riferendosi da un lato a Robert Fitzgerald Kennedy junior, dall’altro ai trascorsi di Kamala Harris che, come procuratrice generale della California, si oppose a una riduzione del sovraffollamento nelle carceri di Stato.
Un programma nel programma della ventunesima edizione del Magna Graecia Film Festival per Tim Robbins. La kermesse ideata e diretta da Gianvito Casadonte che porta, ancora una volta nel capoluogo calabrese, tantissime star del panorama cinematografico e culturale nazionale e internazionale, ha riservato a Robbins un programma speciale. Il primo agosto, intervista con la giornalista Silvia Bizio, il 2 agosto un concerto con il suo gruppo, i Tim Robbins and the Rogues Gallery Band e, in suo omaggio, sarà proiettato, il 4 agosto, Le ali della libertà a trent’anni dall’uscita al cinema.
Altra straordinaria presenza internazionali, ad illuminare il red carpet di Catanzaro allestito nell’arena del porto, nel quartiere marinaro, è Kevin Costner.