Anche l’antica Farmacia Solveni, nel Sestriere Dorsoduro di Venezia, è stata convertita in galleria d’ arte per la 60esima Biennale di Venezia e ospita Passenggers In Transit realizzato dal Centre for Contemporary Art (CCA) di Lagos (Nigeria). La mostra rende omaggio all’artista Biba Silva, fondatrice della scuola d’arte Asiko, piattaforma di supporto pedagogico per artisti africani.
In Passengers In Transit sono riunite 5 artiste: April Bey, Christa David , Euridice Zaituna Kala, Joana Choumali e Thandiwe Murui. L’ idea nasce dalla intuizione di Paola Nascimento (architetto angolese e co-curatore della 55 Biennale d’arte di Venezia) che vuole porre in evidenza le questioni della povertà, della condizione femminile, dei preconcetti sulla diversità, attraverso l’esposizione di opere di artiste africane. Lo sviluppo della cultura africana può rappresentare un vettore di sviluppo e un cambiamento della mentalità; era già lo spirito che informava la scelta di Nascimento per la creazione nel 2016 del progetto 54 United.
Così, all’interno della galleria ex-farmacia, le cinque artiste hanno esposto interessati opere come opportunità di riflessione. Attraverso l’uso di molteplici mezzi artistici hanno voluto testimoniare il concetto di identità di genere, le memorie storiche, le condizioni sociali ereditate dal periodo colonialista. Attraverso l’uso della storia e della finzione, ci inducono ad una riflessione sulla rappresentazione del corpo umano colorato nel modo contemporaneo.
Joana Choumali (vive e lavora in costa d’Avorio) ha qui presentato lavori fotografici, documenti storici e di denuncia sociale. Le sue fotografie, tratte dalla vita quotidiana, sono intarsiate con lavori di cucito e ricamo, arricchendo il soggetto di un forte senso di fantasia con esplosioni di colori.
Uno dei suoi lavori, un uomo di spalla che attraversa un ponte, è la foto copertina dell’intera mostra.
Nelle sue opere, April Bey (vive a Los Angeles, dove lavora come artista visuale e professoressa presso la Glendale College) rappresenta l’essere ‘nero’ in contesti surreali dove la supremazia del colonialismo viene evocata dalla libera immaginazione dell’osservatore. Anche l’opera di Bey insite su questioni di genere e femminismo attraverso l’uso di fotografie arricchita dalla tecnica del tessile.
L’uso del tessile nelle opere vuole rivalorizzare questa tecnica di lavoro tipica del mondo del lavoro femminile ma tanto svalutata nel tempo.
Thandiwe Muriu vive e lavora in Nairobi. i suoi lavori, sebbene originino dall’uso della fotografia, vengono poi trasformate in immagini surreali, in illusioni ottiche con giochi geometrici ripetitivi. La donna africana, nella fantasia artistica della Muriu, assume una nuova definizione di identità del femminile: talvolta regina, talvolta donna del popolo con elegante dignità.
Christa David (vive e lavora in USA) è una artista virtuale, scrittrice e ricercatrice, interessata a denunciare il razzismo in USA. I suoi lavori sono una fusione tra l’uso della pittura e il collage con cui ricrea storie sul senso di appartenenza, la fede e l’identità.
Le installazioni sono invece lo strumento artistico attraverso il quale l’artista Euridice Zaituna Kala (Mozambico) comunica con gli osservatori. Zaituna Kala fa rivivere la metamorfosi storica dei movimenti di protesta e la riaffermazione del loro valore.
Alla base di questa esposizione artistica e alla base del CCA vi è la visione filosofica di Edouard Glissant (filosofo scrittore della Martinica) che rivendica la necessità di capire e accettare la differenza senza bisogno di misurare la differenza su una ‘scala ideale’, fare paragoni ed emettere giudizi.
Passengers in Transit si sviluppa, inoltre, con l’offerta di scambi colloquiali e dibattiti politici, sociali ed economici all’interno della biblioteca tematica di cui la mostra è dotata; l’obiettivo è andare ‘oltre i confini’ dei significati offerti dalla mostra.