Il 3 ottobre del 1839, il fragore del colpo di cannone sparato dal castello del Carmine di Napoli segnò l’inizio di un’avventura destinata a rivoluzionare il modo di viaggiare. La tratta Napoli-Portici fu la prima ferrovia costruita in Italia, all’inaugurazione era presente Ferdinando II, Re delle Due Sicilie, sottolineando così l’impegno della monarchia nel promuovere le infrastrutture ferroviarie.
Il treno divenne presto il mezzo di trasporto preferito dalle famiglie reali e dai presidenti, grazie alla comodità e alla velocità con cui permise di coprire lunghe distanze.
In alcune occasioni, il viaggio in treno assume un valore simbolico. Per esempio il 17 gennaio 2009, quando Barack Obama volle rendere omaggio ad Abramo Lincoln imitando il suo illustre predecessore con un viaggio in treno da Philadelphia, luogo della firma della Dichiarazione d’ Indipendenza, fino a Washington prima del giuramento presidenziale. Alla stazione di Wilmington, nel Delaware, salì a bordo Joe Biden, Vicepresidente e poi Presidente degli Stati Uniti, per anni un abituale pendolare che utilizzava il treno per recarsi da senatore a Washington. Il viaggio in treno di Obama divenne parte integrante della narrazione storica e politica americana.

Ma un altro esempio emblematico di come il treno attraversò epoche e personaggi trasformandosi in simbolo di prestigio e potere è rappresentato dal lussuoso treno realizzato nel 1925 per i viaggi ufficiali del re Vittorio Emanuele III.
La Fiat si aggiudicò l’appalto per la costruzione del treno e Giulio Casanova, famoso artista liberty e docente dell’Accademia Albertina, fu incaricato di progettare gli interni, che furono arricchiti da decorazioni, fregi, stucchi, ori e legni pregiati. Consegnato nel 1928, il treno fu composto da tre carrozze di quasi venti metri ciascuna per offrire massimo comfort. Due carrozze furono destinate al re e alla regina, mentre la terza fu adibita a sala da pranzo.
Il treno fu allestito in occasione delle nozze del Principe ereditario Umberto di Savoia con la Principessa Maria Josè, che arrivò appunto sul convoglio con i genitori il 3 gennaio del 1930. Le nozze furono celebrate nella cappella Paolina del Quirinale l’8 gennaio.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il treno reale, simbolo del prestigio di casa Savoia, subì gravi danni con la carrozza destinata al re addirittura distrutta.
Con la fine della guerra e il passaggio dell’Italia da monarchia a repubblica, non servì più un treno reale, ma si sentì la necessità di crearne uno presidenziale che simboleggiasse il cambiamento storico e politico del Paese.

Nel biennio 1947/1948, le Officine ferroviarie di Porta al Prato e di Voghera lavorarono per costruire delle nuove carrozze provenienti dal vecchio convoglio reale. Il treno fu sottoposto ad un completo restyling eliminando qualsiasi riferimento alla monarchia, con modifiche apportate alla tappezzeria e al soffitto. Le carrozze furono dotate di un sistema di comunicazione avanzato, che includeva una centralina telefonica.
La carrozza che in passato era riservata alla Regina fu trasformata in una carrozza presidenziale composta di due camere da letto e due bagni, di cui uno con vasca e uno con doccia alimentata da una caldaia autonoma.
Il treno presidenziale non si limitò a viaggiare solo in Italia: il 25 aprile 1956 il Presidente Gronchi lo utilizzò fino a Parigi, dove incontrò il Presidente francese René Coty.
Un’altra pagina storica fu scritta il 4 ottobre 1962, quando Papa Giovanni XXIII nel viaggio da Roma ad Assisi utilizzò il treno presidenziale.
L’uso del treno è diminuto nel tempo; fino al punto che la carrozza, dotata di un’ elegante salone da pranzo, fu donata nel 1989 da Cossiga al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, vicino Napoli, dove un tempo erano attive le Officine ferroviarie borboniche.

Dal 2004 il treno presidenziale è rimasto a lungo fermo, l’ultimo viaggio istituzionale fu del Presidente Ciampi che con la moglie si recò da Roma a Livorno, utilizzando una sola carrozza.
Il ritorno in attività si deve al Presidente Mattarella che nel marzo 2017 ha ripreso lo storico treno per spostarsi da Napoli al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa. Nell’ ottobre 2019, in occasione dei 180 anni della prima ferrovia italiana Napoli Portici, il Presidente è risalito a bordo dello stesso treno.
Attualmente, la Fondazione FS Italiane ha il compito di preservare e valorizzare il significato storico di questi mezzi.

Un’opera straordinaria rimane da scoprire: il treno di Pio IX, papa dal 1846 al 1878, un vero capolavoro della storia ferroviaria. Consegnato nel 1858, questo treno era composto da tre vagoni. Il primo, conosciuto come la “balconata”, fu la loggia per le benedizioni papali, progettata per consentire al Papa di impartire benedizioni alla folla durante gli spostamenti. Decorato con tendaggi di velluto e aperto ai lati, poteva essere chiuso per garantire la privacy.
Il secondo vagone, collegato al primo da una piccola piattaforma, ospitò una Sala del Trono con un piccolo appartamento annesso, ad uso esclusivo del Pontefice. Il terzo vagone, invece, fu la Cappella, dove il Papa potè celebrare messa durante i viaggi.
Il 3 luglio 1859, il Papa fece il suo primo viaggio a bordo del treno, spostandosi dalla stazione di Cecchina a quella di Porta Maggiore, un percorso di appena tre chilometri.
Pio IX comprese l’importanza strategica della rete ferroviaria per lo sviluppo dello Stato Pontificio e sostenne la costruzione di diverse linee ferroviarie. La prima tratta Roma – Frascati, venne inaugurata nel 1856: un tragitto di 19 km fu percorso in poco più di mezz’ora.
Oggi, i vagoni del treno di Pio IX sono esposti a Roma nei Musei Capitolini Centrale Montemartini, testimoni di un’epoca passata che continuano a suscitare meraviglia e ammirazione.