Terminata la “notte degli Oscar italiani”, in realtà la 69a edizione dei David di Donatello 2024, possiamo fare qualche valutazione e bilancio. Luogo dello show della premiazione, questa volta targato Rai, con pretese di share di pubblico “nazional popolare” il teatro 5 di Cinecittà, spazio di posa storico di Federico Fellini.
Aldilà dello spettacolo andato in onda, dobbiamo valutare come i giurati che votano le statuette nostrane, per fortuna, abbiano ancora una capacità di valutazione rispetto al conformismo orgiastico che i media italiani esercitano. Era un anno del resto ricco di talento; e nella cerimonia delle presentazione della candidature in mattinata al palazzo del Quirinale era giunto da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’invito a finanziare il cinema e la sua ricchezza attraverso i fondi europei del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza post Covid).
Io Capitano è giustamente il miglior film italiano del 2024: sette statuette su 15 candidature, compresi fotografia, montaggio, produzione, suono, regia e effetti visivi. Mamadou, uno degli attori, sul palco ringrazia il regista romano con le parole tutto sommato più coraggiose- oltre il privilegio dorato- della serata: “Grazie a Matteo che ha creduto nella mia storia. È necessario parlare del futuro, del sogno perché questo film parla di questo. Ringrazio le Ong che ogni giorno salvano le vite umane sulla terra e nel mare. E infine dico, basta morti in Palestina”.

Dopo la discussione controversa rispetto alla non vittoria a Los Angeles negli Oscar per il miglior film straniero del 2024, sembrava che l’opera di Matteo Garrone dovesse essere ridotta nei premi italiani anche dal fenomeno di pubblico, quasi metacinematografico, di C’è ancora Domani di Paola Cortellesi. Le diciannove candidature del pur pregevole esordio dell’attrice romana, con i suoi 37 milioni di incasso, sembravano non lasciare spazio a nessun dubbio di voto e discussione. I suoi premi sono “solo” sei: dal miglior esordio alla regia, ad attrice protagonista (la stessa Cortellesi) e non protagonista con Emanuela Fanelli, alla sceneggiatura originale, il premio Giovani e pure il “tautologico” premio del pubblico.
La piacevole sorpresa è per Palazzina Laf diretto da Michele Riondino. Coinvolto nelle polemiche capovolte sul 25 aprile, con ritratti specchiati di La Russa e Mussolini, l’esordiente regista tarantino era stato bersaglio di un fuoco incrociato di giornali, alfieri e istituzioni. L’attore, tra i più coerenti del panorama italiano, non si era fatto certamente intimidire, rincarando la dose (proprio dal palco del Primo maggio della sua Taranto) contro il verbo del razzismo e della discriminazione sociale di molti esponenti del Governo.

Nella serata, dopo la prima delle tre statuette, come attore non protagonista, Elio Germano chiama Riondino sul palco, riuscendo (incredibilmente) a far impallidire la faccia del presentatore, preoccupato di una potenziale grana politica senza par condicio.
Palazzina Laf oltre ad essere un potente esordio registico ha il merito rimettere al centro il tema del lavoro, il mobbing e il disastro ambientale, una condizione apparentemente obbligata per l’occupazione nelle fabbriche italiane. La storia dei disastri dell’Ilva, dalla salute, all’alienazione, premia Michele Riondino come miglior attore, Elio Germano e Diodato come migliore canzone.
Tra più premiati l’unico film storico e in costume presente è Rapito di Marco Bellocchio, che oltre la sceneggiatura non originale firmata da Bellocchio e Susanna Nicchiarelli, trova quindi dei giusti e naturali premi tecnici come costumi, trucco, acconciature e scenografia.
Premio meritato per il documentario per la regia di Mario Martone, Laggiù qualcuno mi ama, racconto d’autore, non solo un montaggio, che ricorda il genio di Massimo Troisi.
Rimane certo qualche perplessità sulla mancanza di premi a film come La Chimera di Alice Rorwacher e Il Sol dell’avvenire di Nanni Moretti, ma certamente quest’anno era difficile una distribuzione di premi su molte opere cinematografiche di valore in gara.

In ordine sparso premi iconici e diversi alla carriera per il giornalista Vincenzo Mollica, il compositore Giorgio Moroder e l’attrice Milena Vukotic. Poi per ricordarsi cosa sia e debba essere il cinema, premio a Anatomia di una caduta, il miglior film internazionale per la regia di Justine Triet. Con l’auspicio di uscire dall’obbligato futuro di pubblico delle sole piattaforme.
L’elenco dei premi:
David per il miglior film va a ‘Io capitano’ di Matteo Garrone
Premio alla miglior regia a Matteo Garrone per Io Capitano
Miglior attrice protagonista: Paola Cortellesi, C’è ancora domani
Miglior attore protagonista: Michele Riondino, Palazzina Laf di Michele Riondino
Miglior attrice non protagonista: Emanuela Fanelli, C’è ancora domani
Miglior attore non protagonista: Elio Germano, Palazzina Laf di Michele Riondino
David del pubblico: Paola Cortellesi, C’è ancora domani
Miglior film internazionale: Anatomie d’une chute di Justine Triet
Miglior sceneggiatura originale: C’è ancora domani di Paola Cortellesi
David Speciale a Vincenzo Mollica
Miglior scenografia: Andrea Castorina e Valeria Vecellio – Rapito di Marco Bellocchio
Migliori costumi: Sergio Ballo e Daria Calvelli – Rapito di Marco Bellocchio
Premio Speciale a Giorgio Moroder
Miglior sceneggiatura non originale: Marco Bellocchio per Rapito
Miglior esordio alla regia: Paola Cortellesi, C’è ancora domani
Miglior canzone originale: La mia terra, Diodato
Miglior fotografia: Paolo Carnera per Io Capitano di Matteo Garrone
Miglior montaggio: Marco Spoletini per Io Capitano di Matteo Garrone
Miglior documentario: Laggiù Qualcuno Mi Ama di Mario Martone
David alla carriera a Milena Vukotic
Miglior Trucco e acconciatura: Enrico Iacoponi (trucco) e Alberta Giuliani (acconciatura) per Rapito di Marco Bellocchio
Paola Cortellesi vince anche il premio dei Giovani assegnato da una giuria di ragazzi delle scuole
Ai Subsonica va il premio come miglior compositore per la Colonna Sonora di Adagio.
David per il miglior produttore va a Archimede, Rai Cinema, Pathe’, Tarantula per Io capitano
David per i migliori effetti visivi va a Io capitano di Matteo Garrone: al supervisore Laurent Creusot e al Producer Massimo Cipollina.
David per il miglior suono va a Io capitano di Matteo Garrone. I premiati sono Maricetta Lombardo (Presa diretta), Daniela Bassani (Montaggio del suono), Mirko Perri (Creazione suoni) e Gianni Pallotto (Mix).