Negli ultimi trecento anni gli archeologi hanno portato alla luce misteriosi oggetti metallici a 12 facce: i cosiddetti dodecaedri romani, forme con i lati fusi, ognuno dei quali ha un foro che si collega a un centro cavo; ne sono stati trovati anche alcuni in pietra, delle dimensioni di un’arancia, con ogni faccia caratterizzata da pomelli sporgenti. In generale, risalgono a più di 1.600 anni fa.
Tra gli oggetti più enigmatici mai costruiti nell’antichità, in tutta Europa, a partire dal XVIII secolo, di dodecaedri ne sono stati trovati più di un centinaio, ma gli studiosi si interrogano ancora oggi su quale fosse la loro funzione, dato che nessuna fonte antica è riuscita a spiegare il motivo per cui i romani creavano dei manufatti così strani.
Recentemente è stato rinvenuto un dodecaedro in lega di rame in un campo agricolo vicino al villaggio inglese di Norton Disney. Il manufatto, diametro 8,6 cm e del peso di appena 254 grammi è attualmente esposto al National Civil War Center presso il Newark Museum, nel Nottinghamshire, in Inghilterra. Il piano è quello di eseguire test nei prossimi tre mesi, inclusa la scansione della superficie dei segni di usura, nonché l’utilizzo di una tecnica chiamata fluorescenza a raggi X per confermare come è stato forgiato il metallo. Andrà poi in un altro museo locale.
La maggior parte dei dodecaedri sono stati trovati nell’Italia settentrionale, in Francia, in Belgio, in Germania e nei Paesi Bassi meridionali, la regione nota ai Romani come Gallia (da cui l’altro nome degli oggetti, dodecaedro gallo-romano). Il ritrovamento a Norton Disney è stato il primo in questa regione dell’Inghilterra.
Hanno un aspetto simile tra loro, ma variano per dimensioni e disegno. Le facce multiple, inoltre, non presentano scritte, numeri o caratteri particolari che potrebbero fornire indizi sul loro utilizzo. Si potrebbe azzardare l’ipotesi di un giocattolo entro cui inserire delle formine, oppure in cui infilare le dita tra un foro e l’altro. Forse l’antenato del dado moderno?
Alcuni sostengono che il dodecaedro fosse un semplice utensile d’uso quotidiano, altri uno strumento di misurazione del tempo simile a un calendario usato a fini agricoli o addirittura un amuleto legato a pratiche religiose.
Secondo l’archeologo Michael Guggenberger, la forma ha svolto un ruolo importante nelle culture greche e romane per secoli. “Il comune dodecaedro pentagonale è uno dei cinque solidi platonici, quello che rappresenta il cosmo, l’universo nel suo insieme, e più tardi nella scienza antica rappresenta anche la parte più piccola, l'”atomon”. Nessuno ancora è riuscito a risolvere il mistero.
Richard Parker, segretario del Norton Disney History and Archaeology Group, che ha partecipato agli scavi, è ottimista sul fatto che il sito di Norton Disney potrebbe offrire ulteriori indizi. “Il sito è ricco di archeologia. L’anno scorso abbiamo solo grattato la superficie” – ha detto a Vice.
Spera che l’ultima scoperta di dodecaedro e il turbinio di interesse che ha creato, contribuiranno a finanziare gli scavi futuri, compreso quello previsto per l’estate 2024. Visto che, secondo Parker, “sono tutti impazziti per i dodecaedri”.